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Gravina: respinta la richiesta di scarcerazione per Pappalardi

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filippo pappalardi
La Procura di Bari ha confermato l\'accusa di omicidio contro Filippo Pappalardi, respingendo così la richiesta dell\'avvocato di scarcerazione per lo stesso.

Dopo il ritrovamento dei cadaveri di Ciccio e Tore il quadro accusatorio non è scalfito e il reato di omicidio volontario resta valido, quindi il padre dei due bambini deve restare in carcere almeno fino alla decisione finale che entro il 7 marzo il Gip dovrà prendere. \"Ogni presunta deduzione circa la sopravvivenza dei bambini dopo la caduta, e i movimenti di uno o di entrambi all\'interno della cisterna, non aiuta certamente - scrive la procura nel parere - ad affermare di per sé che la condotta del Pappalardi non abbia avuto alcuna incidenza causale sulla tragica precipitazione dei fratellini\". Questo perché - annotano gli inquirenti - manca \"ogni altro dato oggettivamente serio o di provenienza scientifica, cioé rinveniente dagli approfondimenti in corso di polizia scientifica e da quelli medico legali, di cui nulla si conosce ad oggi per la brevità dei tempi\".

Un ragionamento, dunque, a scadenza, dato che - se ne dedurrebbe - potrebbe essere anche rettificato quando i medici legali depositeranno i risultati del loro lavoro. Infatti sono previste per mercoledì prossimo le autopsie su Salvatore e Francesco Pappalardi, i due fratellini trovati morti il 25 febbraio scorso nella cisterna di una vecchia masseria abbandonata di Gravina in Puglia (Bari). Lo si è appreso da fonti medico-legali. Anche attraverso l\'esame autoptico, i medici legali accerteranno l\'epoca della morte ed eventuali, nuove, lesioni presenti sui corpi.

Secondo i magistrati, dunque, c\'è una grande quantità di accuse contro la figura di Filippo Pappalardi, a partire dalle testimonianze dei bambini che poco prima della tragica scomparsa avevano giocato con loro, vedendoli salire in macchina con il padre, fino alla intercettazione telefonica tra lo stesso accusato e la compagna Maria Ricupero. Durante la conversazione l\'uomo insiste affinchè la donna non parli con nessuno e non dica dove si trovano i bambini. Per accertarsi del silenzio della compagna Pappalardi arriva a minacciare di togliersi la vita. Inoltre sempre dalle intercettazioni ambientali è emerso che il padre sapesse già la sorte che era toccata ai propri figli fino alla drammatica espressione di terrore che si potesse pervenire all\'individuazione dei loro corpi.

Dopo aver elaborato la propria verità, il procuratore Emilio Marzano e il pm Antonino Lupo criticano sia la tesi della difesa di Pappalardi sia i processi mediatici avviati attorno alla tragica fine di Ciccio e Tore. All\'avv.Angela Aliani dicono che la tesi dell\'incidente è frutto di \"illazioni difensive prive di ogni altro apporto probatorio\". Sul lavoro dei mass media esprimono disappunto e dicono che \"non si può tacere\" il \"rischio che corre il lavoro dei magistrati per effetto di osservazioni e commenti fatti in libertà, ingigantiti dalla invalsa deplorevole prassi dei processi mediatici, ad opera di chiunque ritenga di pontificare comodamente, senza responsabilità, sulla tragica vicenda, pur non conoscendo nulla dei dati dell\'inchiesta e del lungo e paziente lavoro svolto da coloro che, invece, sono gravati dal peso professionale della difficile ricerca della verità\".

Dunque, bisognerà aspettare il risultato delle autopsie e che i medici legali depositano i risultati del loro lavoro prima di arrivare ad una svolta decisiva delle indagini, ma soprattutto per assolvere o condannare definitivamente il presuto assassino dei propri figli. Nel frattempo il lavoro del procuratore e del pm avviene a porte chiuse, lontano da giornalisti e curiosi.



di Sudani Scarpini
redazione@viveremarche.it