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Processo di Erba: parla Rosa per difendere il marito

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rosa e olindo
Durante il processo del 3 marzo Rosa Bazzi, una dei due indagati per la strage di Erba, ha preso per la prima volta la parola in aula a Como.

La donna ribadisce la loro innocenza ed estraneità al massacro in cui vennero uccisi tre donne e un bambino. Rosa, parlando con Olindo in una conversazione intercettata in carcere, incita il marito a non confessare come vorrebbe fare l\'uomo, poichè verrebbero privati di tutto quello che hanno costruito con tanti sacrifici. Il bene tanto prezioso di cui parla Rosa, oltre al loro amore, ribadito costantemente in aula e nelle intercettazioni, è il loro piccolo pezzetto di cortile e il loro mondo. E per questo piccolo mondo, ora, i due coniugi cercano di difendersi dalla mole di prove portate a loro carico dalla Procura.



In poche settimane la donna è precipitata in uno stato psicofisico che la fa \"invecchiare\" di dieci anni in pochi giorni. Infatti Rosa e Olindo non scherzano, non sorridono e non si scambiano più affettuosità come, invece, accadeva all\'inizio del processo. Rosa è continuamente imbottita di sedativi, e con le lacrime agli occhi, inciampando sulle parole per 11 minuti cerca di difendere Olindo dalle accuse di uomo violento. Inoltre smentisce le loro stesse confessioni messe a verbale per poi essere, in seguito, ritrattate e riascoltate ancora una volta in aula, dichiarando di aver detto quelle cose solo per non essere separata dal marito e perchè i carabinieri continuavano a sostenere di avere molte prove contro loro, senza ascoltare le sue spiegazioni.



Dunque i due imputati continuavano a dichiararsi innocenti, poi, non riuscendo a convincere i giudici, ognuno si è accusato per scagionare l\'altro, per ammettere infine la doppia responsabilità. Alla fine dello sfogo, poi, i coniugi hanno chiesto di non assistere più all\'udienza che li vede imputati. Ma in quelle registrazioni il tono di voce di Rosa, a differenza dell\'ultima volta, è tutt\'altro che tremante, e rende un racconto ricco di dettagli confessando il loro movente: \"i nostri vicini ci avevano reso la vita impossibile, volevamo dare loro una lezione\". La donna si riferisce alle continue, a detta loro, discussioni e urla tra Raffaella e il marito, e i continui pianti del piccolo bambino, che le causavano mal di testa.



Adesso saranno i giudici a dovere prendere una decisione definitiva sulla colpevolezza dei due imputati che, nel frattempo, continuano a ribadirsi l\'uno con l\'altra il grande amore che li tiene uniti da tempo e che si è rafforzato in una vicenda così tragica quale un omicidio, e offre loro la forza per resistere alle accuse di omicidio volontario e premeditato.



di Sudani Scarpini
redazione@viveremarche.it






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