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Lunedì inizia la settimana della prevenzione andrologica

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spermatozoi
Secondo una ricerca dell\'Università di Pisa, a causa dell\'inquinamento cala la fertilità maschile. I più colpiti sono i campani ma il picco negativo si registra nelle grandi città, penalizzati dai rifiuti industriali e dai pesticidi utilizzati nelle terre. Questo studio verrà presentato a settembre al Congresso della Società Italiana di Andrologia e dimostra che gli spermatozoi negli uomini italiani sono diminuiti dagli anni Settanta ad oggi, da 71 a 60 milioni in un millimetro di sperma.


Inoltre i ricercatori hanno notato un calo percentuale degli spermatozoi mobili: da uno su due di trent\'anni fa ad appena il trenta per cento attuale. I risultati della ricerca, coordinata dal prof. Fabrizio Menchini Fabris, derivano dallo studio di un campione di dieci mila uomini sani e giovani, con età media di 29 anni. Ma quello che colpisce maggiormente lo stesso Fabris è la netta differenza tra gli uomini di una e dell\'altra regione. Infatti al top della classifica, riguardo gli spermatozoi presenti, ci sono pugliesi, siciliani e toscani, mentre al negativo troviamo Lazio, Lombardia e Veneto, con punta massima negativa alla Campania.


Questa variazione di fertilità da regione a regione è correlata all\'inquinamento ambientale: \"negli uomini che vivono nei grandi centri urbani, in aree inquinate da rifiuti industriali o zone agricole dove si fa uso di pesticidi, gli spermatozoi sono meno mobili del venti per cento rispetto a quelli di chi abita nelle piccole città; non solo, anche gli spermatozoi anomali sono il quindici per cento in più\" spiega Fabrizio Menchini Fabris. Ogni giorno respiriamo piombo, ossido di carbonio e polveri sottili che negli uomini si accumulano nei testicoli e incidono notevolmente sul liquido seminale.



Come conferma Paolo Mocarelli dell\'Università Milano Bicocca già direttore del servizio di laboratorio dell\'ospedale di Desio (Milano), che per la prima volta ha dimostrato il collegamento diretto che intercorre esposizione alla diossina e una riduzione degli spermatozoi negli uomini. Gli studi sono stati effettuati su 135 abitanti di Seveso che nel 1976(allora bambini) sono stati esposti alla nube tossica di diossina, uscita dallo stabilimento chimico dell\'Icmesa di Meda, e che oggi possiedono il quaranta per cento di spermatozoi in meno dei loro coetanei. E i dati raccolti indicano, purtroppo, che anche chi è stato esposto a poche dosi di diossina può avere la propria fertilità compromessa in modo permanente.



Grazie a questa ricerca dell\'Università di Pisa si è giunti alla spiegazione del calo di nascite in Occidente rispetto al passato, in cui i livelli ambientali erano 3 o 4 volte superiori. Ora dalla settimana prossima in tutte le regioni ci saranno specialisti a disposizione per visite gratuite. E si spera di riuscire a risolvere il problema della fertilità e dell\'inquinamento ambientale quanto prima.



di Sudani Scarpini
redazione@viveremarche.it






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