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Vernarelli di nuovo in carcere

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friederich vernarelli

Il  Gip, dopo un lungo interrogatorio nel carcere di Regina Coeli, ha accolto la richiesta del procuratore e dello stesso automobilista che uccise due ragazze mentre era alla guida ubriaco.

Nella notte tra lunedì e martedì, sul lungotevere vicino a Castel Sant\'Angelo, Friedrich ha investito con la sua Mercedes due turiste irlandesi. Le ha scaraventate a 40 metri di distanza ma non si è fermato. Ha proseguito la folle corsa, e qualche chilometro più avanti è andato a sbattere contro due auto in sosta all\'altezza di piazza Adriana.



Neppure allora si è fermato. Ha proseguito fino all\'incrocio tra via Virgilio e via Cola di Rienzo dove infine ha sbattuto contro un cassonetto della spazzatura. Dapprima aveva rifiutato i test alcolimetrici, ma accompagnato dai vigili urbani all\'ospedale Santo Spirito, Friedrich è stato costretto agli esami: nel suo sangue aveva un tasso di alcol superiore quattro volte i limiti imposti dal codice della strada.



Friedrich Vernarelli, il 32enne accusato di omicidio colposo plurimo, omissione di soccorso e guida in stato d\'ebbrezza davanti al giudice, ha ammesso le sue responsabilità: \"quella sera avevo bevuto qualche bicchiere\". E subito dopo aver ottenuto gli arresti domiciliari ha chiesto di essere portato in carcere: \" rinuncio agli arresti domiciliari perchè devo espiare le mie colpe\". Così da ieri il giovane si trova nuovamente in carcere.



La decisione presa dal Gip, è stata accolta bene anche dai familiari del ragazzo, che, con molta oggettività e freddezza, sin dai primi momenti successivi all\'accaduto hanno confermato la colpevolezza di Friedrich e ribadito la loro volontà, come sottolinea più volte da quella notte il padre.



Infatti, Roberto Vernarelli, il padre, ex ufficiale della polizia municipale, candidato ale amministrative della capitale per la Destra di Francesco Storace, ammette: \"Il carcere era quello che Friederich aveva chiesto e che noi volevamo. E\' giusto che mio figlio sia punito, senza se e senza ma. Quanto è accaduto è troppo grave. Fosse per me, gli darei non gli arresti, ma i lavori forzati per 10 anni\".



All\'esterno del carcere, ieri c\'era anche Tania Garofoli, avvocato dell\'Associazione italiana famigliari vittime della strada, da anni impegnata nell\'introduzione di normative che prevengano le stragi sull\'asfalto: \"Lottiamo affinchè venga introdotta una fattispecie specifica per chi guida in stato di ebbrezza o in alterazione delle condizioni psicofisiche e affinchè queste fattispecie vengano considerate non colpose ma con dolo eventuale\".


di Sudani Scarpini
redazione@viveremarche.it






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