SEI IN > VIVERE ITALIA > CRONANCA

Verona: 29enne pestato per una sigaretta, in coma

2' di lettura 3481

sigaretta
Resta in condizioni disperate Nicola Tommasoli, il giovane di 29 anni pestato da cinque balordi nel centro di Verona perché si era rifiutato di offrire loro una sigaretta.

L’episodio è avvenuto l’altra notte al centro di Verona, dove Nicola aveva trascorso la serata con due amici. I tre ragazzi, secondo la ricostruzione dei Carabinieri, sono stati avvicinati da cinque trentenni, che pare avessero esagerato con l’alcol, all’angolo con via Cappello dopo essere usciti da un locale vicino Porta Leoni.

I cinque, tutti italiani e quasi sicuramente veronesi, avrebbero chiesto una sigaretta al gruppo di Nicola, che si sarebbe rifiutato di offrire loro una sigaretta. Questo il motivo scatenante la rabbiosa reazione, esplosa in pugni e calci: due degli aggrediti se la sono cavata con poco mentre Nicola Tommasoli è finito a terra, privo di sensi, dopo essere stato colpito all’addome e alla nuca.

Immediatamente soccorso e trasportato all’ospedale veronese di Borgo Trento dagli amici, è apparso subito in condizioni gravissime ai medici che nutrono poche speranze. Sottoposto ad un delicato intervento chirurgico per eliminare l’ematoma riportato nello scontro, si trova ora nel reparto di terapia intensiva della neurochirurgia dove lotta tra la vita e la morte.

Nel frattempo i Carabinieri danno la caccia ai cinque aggressori, ascoltando testimoni e visionando i filmati delle telecamere installate al centro della città nella speranza di identificarli. Gli investigatori si augurano anche che la brutalità e il clamore della vicenda possano spingere altri possibili testimoni a collaborare alle indagini per risalire agli aggressori, tutti giovani del posto, dato che parlavano il dialetto veronese.

Il comandante della Compagnia dei Carabinieri di Verona, Giuseppe Serlenga, riferisce il quadro clinico del 29enne tracciato dal primario di terapia intensiva dell’ospedale di Borgo Trento, dott. Francesco Procaccio: “C\'é una gravissima sofferenza del cervello, a questo stadio rimane poco: o migliora, o peggiora e purtroppo la seconda ipotesi è quella più verosimile”.

E rinnovando l’appello ad eventuali testimoni, sottolinea: “I medici sono pessimisti”e precisa: “La provenienza dei cinque aggressori è certa perché parlavano il dialetto locale. Su questo particolare non abbiamo dubbi. L\'età dei ricercati è al massimo di 30 anni: due indossavano jeans, due un giubbotto bomber, uno aveva un cappellino in testa”.



di Sudani Scarpini
redazione@viveremarche.it






logoEV