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Verona: dichiarata la morte cerebrale per Nicola Tommasoli

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L’altra notte le condizioni di Nicola Tommasoli, il giovane pestato selvaggiamente per esseresi rifiutato di dare ai suoi aggressori una sigaretta, sono peggiorate notevolmente, e dopo un lungo periodo di osservazione è stato dichiarata la morte cerebrale.

Da ieri mattina i medici dell’Ospedale di Borgo Trento di Verona hanno posto il ragazzo in osservazione per valutare il trauma cranico, causato dall\'aggressione, e che ieri gli è stato fatale. Purtroppo, Nicola non ce l\'ha fatta.

Nel frattempo che il 29enne lottava contro la morte, la Digos della Questura di Verona ha fermato altri due giovani coinvolti nell’aggressione: Guglielmo Corsi di 19 anni, metalmeccanico, e Andrea Vesentini di 20 anni, promoter finanziario. I due, catturati nella notte a Illasi, un piccolo paese a 20 chilometri di distanza da Verona, sono stati ascoltati, interrogati e arrestati in seguito alla loro ammissione di responsabilità e colpa.

Così, il magistrato ha trasformato il fermo in arresto nel carcere veronese di Montorio, dove si trova anche Raffaele Dalle Donne, il primo dei cinque aggressori ad avere confessato, costituendosi. Lo stesso, l’altro ieri, si era recato spontaneamente in questura con il proprio avvocato, sentendosi ormai accerchiato dalle indagini. Dalle Donne, di 19 anni, è un estremista di destra già noto alle Forze dell’Ordine per episodi di violenza.

I tre arrestati sono tutti giovani di buona famiglia che frequentano lo stadio, la curva sud del Bentegodi, e che hanno episodicamente partecipato a manifestazioni di estrema destra. Ma, nonostante la marcata connotazione politica degli aggressori, secondo gli investigatori alla base del pestaggio non ci sarebbero ragioni politiche; al contrario, il motivo scatenante l’ira dei cinque sarebbe proprio futile: il rifiuto da parte del trio di offrire loro una sigaretta.

Ipotesi confermata dai due giovani arestati, che avrebbero affermato: “La politica non c’entra”. Intanto, la Digos veronese continua le ricerche degli altri due membri del gruppo, che risultano scappati all’estero con l’automobile della madre di uno di loro. I due, noti con i soprannomi di Pero e Tabuio, già identificati dagli investigatori, hanno un mandato d’arresto internazionale a loro carico e una via di fuga ormai breve.

A tal proposito il vicequestore Vincenzo Stingone ha affermato: “Mi auguro che presto si consegnino alla Digos veronese, liberandosi così del peso come hanno fatto gli altri tre”.

Per tutti e cinque l’accusa è di lesioni personali gravissime. Gli investigatori ritengono infatti che le responsabilità dei componenti del quintetto siano le stesse per tutti. “Ancora dobbiamo ricostruire esattamente la dinamica dell\'aggressione - ha detto il dirigente della Digos di Verona Luciano Iaccarino - Questi ragazzi ammettono la partecipazione all\'aggressione e ognuno fornisce la propria versione”.



di Sudani Scarpini
redazione@viveremarche.it






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