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Birmania: il ciclone e il colera firmano una tragedia senza fine

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ciclone birmania
La tragedia provocata dal ciclone Nargis che ha colpito duramente la Birmania Meridionale sembra essere di proporzioni gigantesche.

Un paese poverissimo come la Birmania si è trovato nella notte tra venerdì 2 maggio e sabato 3 maggio completamente devastato. Un ciclone furioso a 240 km orari si è abbattuto distruggendo interi villaggi e lasciando senza energia elettrica gli abitanti, ma non basta.


Nei villaggi manca l\'acqua potabile e i superstiti sono costretti a bere dai fiumi dove galleggiano cadaveri e carcasse di animali, non solo la fame, le malattie, i serpenti, ora nelle zone di Bogalay e Laputta, nel delta del fiume Irrawaddy, e nell\'area sudorientale del Paese, si registrano anche i primi casi di colera.


Il regime militare Birmano ha inizialmente posto ostacoli agli Stati esteri confiscando i primi aiuti umanitari, costringendo la PAM ( programma alimentare mondiale) a sospendere per un giorno le spedizioni e non ha rilasciato abbastanza visti di quelli richiesti dall\'Onu. Un volo dal Quatar è stato respinto e si sono rifiutati gli esperti stranieri fino al pomeriggio di venerdì 9 maggio, quando la giunta militare ha fatto sapere tramite la tv di Stato che accetterà un aiuto d\'urgenza dagli Stati Uniti a favore della popolazione colpita dal ciclone.


L\'Onu ha stimato 80.000 morti soltanto a Bogalay e a Laputta, 98 mila persone hanno perso la loro casa e il catastrofico aumento delle vittime fa presagire ad una tragedia di enormi proporzioni.


di Alessandra Tronnolone
redazione@viveresenigallia.it

di Alessandra Tronnolone
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