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Vaticano: Benedetto XVI contro la legge 194 sull\'aborto

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Benedetto XVI
L\'aver permesso di ricorrere all\'interruzione della gravidanza, non solo non ha risolto i problemi che affliggono molte donne e non pochi nuclei familiari, ma ha aperto un\'ulteriore ferita nelle nostre società, già purtroppo gravate da profonde sofferenze”. Questa è l’accusa di Papa Benedetto XVI alla legge 194 sull’aborto.

Il Pontefice, di fronte agli 800 delegati del Movimento per la vita riuniti in udienza al Vaticano in occasione dei trenta anni della legge, espone una dura invettiva contro l’interruzione di gravidanza. E chiede alle autorità che dal 1978 con la legge 194 autorizzano l’aborto, priorità per la famiglia, sostenendo: “Difendere la vita umana è diventato oggi praticamente più difficile perché si è creata una mentalità di progressivo svilimento del suo valore.

Occorre aiutare con ogni strumento legislativo l\'unione tra uomo e donna. Anche se in un non facile contesto sociale - la mancanza di lavoro sicuro, legislazioni spesso carenti in materia di tutela della maternità, l\'impossibilità di assicurare un sostentamento adeguato ai figli - l\'attenzione verso la famiglia deve restare prioritaria nello Stato”.

Così ribadendo quanto aveva affermato appena un mese fa all’Istituto Giovanni Paolo II, il Papa ha concluso dicendo: “L\'aborto, con il divorzio, è una colpa grave. L\'aborto lascia segni profondi e indelebili nella donna, favorendo una mentalità materialistica di disprezzo della vita. Da quando in Italia è stato legalizzato l\'aborto ne è derivato un minor rispetto per la persona umana, valore che sta alla base di ogni civile convivenza, al di là della fede professata”.



di Sudani Scarpini
redazione@viveremarche.it






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