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Cogne: mercoledì 21 la sentenza decisiva della Cassazione

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Anna Maria Franzoni
E’ in arrivo la sentenza definitiva della Cassazione in merito al giallo di Cogne, dove perse la vita Samuele, il figlio di tre anni dell’unica imputata Anna Maria Franzoni, avvenuto il 30 gennaio 2002.

Dopo sei anni e quattro mesi dall’omicidio del piccolo Samuele Lorenzi, si avvicina il giorno del verdetto per Anna Maria Franzoni, che conoscerà il suo destino entro la fine della serata di mercoledì 21 maggio. Infatti, se la prima sezione penale della Corte di Cassazione confermerà la sentenza a 16 anni, a cui era stata condannata il 27 aprile 2007 dalla Corte d’Appello di Torino, la donna dovrà entrare in carcere. Quindi lei si è affidata ad un’ unità di dieci legali nella speranza che questi non siano i suoi ultimi giorni di libertà.

Ma questa non è l’unica soluzione possibile del giallo di Cogne che forse il 21 maggio non riuscirà ancora a trovare il colpevole del delitto. Delitto che potrebbe anche restare senza colpevoli. Tra le diverse alternative a disposizione dei giudici della Suprema Corte ce ne sono due che potrebbero rinviare nuovamente la soluzione del mistero: la prima, vale a dire, l’assoluzione della Franzoni che comporterebbe, dopo sei anni, di dovere iniziare da capo le indagini sull’omicidio; la seconda, invece, consistente nell’annullamento della sentenza del processo di Torino, pronunciata un anno fa, imporrebbe che quel processo venga rifatto. Ecco i motivi per cui non è così scontato che il 21 maggio si giunga finalmente alla soluzione del giallo.

Nel processo di mercoledì prossimo i giudici della Corte di Cassazione partiranno dalla seconda condanna perché è sulle motivazioni di quella sentenza che i difensori dell’imputata hanno predisposto e avanzato, nel dicembre 2007, 177 pagine di ricorso. Nella sede della Corte di Cassazione, tra i dieci legali che difenderanno la Franzoni, scenderà in campo di nuovo il primo avvocato dell’imputata, il professore Carlo Federico Grosso, che pronuncerà l’arringa puntando su tre punti fondamentali: “Non c’è un movente. Non si sa quale sia l’arma del delitto. Non è stata stabilita neppure l’ora del delitto”. Poi il difensore ha ribadito: “ Nessuno può essere condannato se manca la prova certa della sua colpevolezza”.

Ma le traversie giudiziarie di Anna Maria Franzoni, qualunque sia la sentenza della Cassazione, non finiscono di certo mercoledì. Certamente questa sarà la più importante ma nel caso in cui perdesse, la Franzoni dovrà sottoporsi a numerosi processi e relativi risarcimenti: ha già ricevuto una condanna a tre mesi per diffamazione nei confronti dell’ex procuratore della Repubblica di Aosta, Maria del Savio Bonaudo. E, oltre ad altri processi che l’attendono in ogni caso, l’imputata dovrà rispondere di truffa e calunnia nei confronti di Ulisse Guichardaz, del fratello Carlo e della moglie di quest’ultimo Daniela, vicini di casa dei Lorenzi, che Anna Maria ha indicato più volte come possibili assassini del piccolo Samuele.



di Sudani Scarpini
redazione@viveremarche.it






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