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Lucca: 23 minori indagati per violenza sessuale su una 14enne

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violenza sessuale
La Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minori di Firenze sta indagando su 23 ragazzi che per un anno, tra il 2003 e il 2004, avrebbero abusato sessualmente di una quattordicenne, anche in gruppo.

L’episodio è avvenuto in provincia di Lucca, ed è uscito allo scoperto nella notte di Pasqua del 2004 quando i Carabinieri hanno trovato la vittima seminuda in auto con quattro adolescenti. La ragazzina ha immediatamente scritto una lettera alla madre dove ha confessato tutta la vicenda e dalla quale sono emersi dieci mesi di abusi sessuali da parte degli indagati e almeno quindici episodi di gruppo. Inizialmente, i sospettati sui quali i carabinieri si concentrarono furono 80, gli indagati attualmente, invece, sono 23, quasi tutti minorenni.

La denuncia è partita proprio grazie a quella lettera scritta alla madre da parte della vittima che, troppo fragile, per non essere esclusa e picchiata ha ceduto alle richieste insistenti e alle minacce dei ragazzi. Infatti, la quattordicenne, che non ha amici, era stata bocciata ed ha problemi di bulimia/anoressia, ha spiegato ai Carabinieri di avere ceduto e perdonato, tollerando ogni cosa. Quindi, ora, non è facile distinguere i rapporti consenzienti dalle violenze vere e proprie.

Il tutto è iniziato quando nel giugno 2003 la ragazzina si recò al fiume con un adolescente, raggiunti poi da altri e con i quali accettò di avere un rapporto sessuale. Uno di loro aveva una telecamera con la quale ha ripreso i rapporti della ragazzina con ciascuno di loro. Da quel momento sono iniziate le minacce e i raggiri: alcuni l’hanno intimorita dicendole che avrebbero mostrato la cassetta ai suoi genitori, altri invece l’hanno convinta ad accettare il loro aiuto per procurarsi la cassetta- trappola; ma, in ogni caso, in cambio le hanno chiesto rapporti sessuali.

Così, la quattordicenne diviene sempre più debole e ricattabile, vulnerabile e disponibile ad accontentare le richieste. Di conseguenza, i ragazzi aumentano, incuriositi dalle voci che girano in paese, e lei diviene l’oggetto di scherno per gli adolescenti, che la trattano da donna- oggetto per i loro comodi. E con qualche rara eccezione, tutti ai carabinieri che li hanno interrogati hanno semplicemente detto la più classica frase: “lei ci stava. Era consenziente”.

Adesso spetta ai magistrati distinguere le violenze dai rapporti volontari, scoprire i veri responsabili delle violenze e soprattutto chi ha usato realmente la cassetta per ricattare la vittima.



di Sudani Scarpini
redazione@viveremarche.it






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