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L\'Anm contraria all\'introduzione del reato di clandestinità

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Associazione nazionale magistrati
Il Presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, ha espresso la propria perplessità sull’introduzione del reato di clandestinità previsto dal nuovo pacchetto di sicurezza.

Nel pacchetto sicurezza, aggiornato recentemente, è stato introdotto il reato di clandestinità nel territorio dello Stato che prevede una pena sino a quattro anni di reclusione e l’arresto obbligatorio in caso di flagranza. Questo, secondo il Presidente dell’Anm, “porterebbe a gravissime disfunzioni per il sistema giudiziario e per il sistema carcerario”.

Infatti, come sottolinea Palamara, “al di là delle valutazioni politico- criminali, nei piccoli uffici dell’Italia meridionale, maggiormente esposti al fenomeno degli ingressi illegali, sarebbe praticamente impossibile celebrare ogni giorno centinaia di udienze di convalida dell’arresto e i processi per direttissima. Tutto ciò, senza alcun reale beneficio in termini di effettività delle espulsioni e riduzione del fenomeno dell’immigrazione clandestina”.

Poi il Presidente Palamara spiega che sul pacchetto sicurezza l’Anm “ha espresso al ministro condivisione per gli interventi in tema di circolazione stradale e di accelerazione del processo penale, ma ha anche espresso perplessità”.

Le perplessità del sindacato delle toghe riguardano inoltre “l’aggravante comune legata alla condivisione di irregolarità dello straniero sul territorio nazionale che, ove non diversamente calibrata potrebbe determinare un aumento della pena esclusivamente in ragione della condizione soggettiva del colpevole anche nei casi in cui non si ravvisi alcuna incidenza sul disvalore del fatto, determinando in tal modo- conclude il Presidente dell’Anm – un’eventuale incompatibilità con il principio di uguaglianza”.



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