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Arrestato il presidente della Regione Abruzzo Ottaviano del Turco (PD)

Nella stessa inchiesta sono state arrestate altre 10 persone ed indagate altre 25 con accuse di associazione per delinquere, riciclaggio, concussione, corruzione, truffa aggravata, falso e abuso d\'ufficio. Il presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano del Turco, è stato arrestato all\'alba di lunedì nella sua casa di Collelongo (AQ) insieme ad altri 2 esponenti della sua giunta ed altri esponenti politici abruzzesi. Ora si trova nel carcere di Sulmona, sempre in provincia dell\'Aquila.
Contestualmente agli arresti, gli uomini della guardia di finanza hanno svolto perquisizione nella casa del presidente della Regione a Collelongo, a Palazzo Centi (sede della Presidenza della Regione Abruzzo) e nella sede del Consiglio regionale a L\'Aquila.
L\'indagine della procura di Pescara è partita dall\'esame della cartolarizzazione dei crediti vantati dalle case di cura private nei confronti delle Asl abruzzesi. Secondo gli inquirenti, vi sarebbero stati movimenti di denaro per circa 14 milioni di euro di cui 12,8 consegnati. L\'inizio delle indagini risalirebbe all\'ottobre del 2006 quando l\'ex presidente della Fira (Finanziaria Regionale), Giancarlo Masciarelli, ha organizzato una cena per stabilire la divisione dei 12,8 milioni di euro.
Nicola Trifuoggi, capo della Procura di Pescara che ha cordinato l\'inchiesta ha dichiarato: \"Quando ci sono le illegittimità che comportano un gran esborso di
denaro sorge legittimo il sospetto che vi sia qualcuno che lucra. Uno dei maggiori percettori di questi
benefici era il titolare della case di cura private Vincenzo Angelini,
sentito da noi non una ma cinque, sei, sette volte. Alla fine di fronte a contestazioni che non lasciavano
spazio a difese si è deciso a collaborare. Angelini
ha detto di aver ricevuto pressioni forti sia da persone della
precedente giunta che da quella attuale, sia dal loro entourage\".
Probabile lo svolgimento di elezioni anticipate in Abruzzo. Lo Statuto prevede: \"La rimozione, l\'impedimento permanente, la morte o le dimissioni volontarie del presidente della Giunta comportano le dimissioni della Giunta e lo scioglimento del Consiglio\". Il presidente del Consiglio regionale, Marino Roselli, è riunito con gli esperti per valutare ogni singola norma riferita a questa eventualità o che consenta la prosecuzione della legislatura. Al momento i poteri del presidente sono passati al suo vice, Enrico Paolini.
Numerosissime le reazioni del mondo politico.
Silvio Berlusconi ha espresso stupore: \"Sì, ho sentito, e mi sembra una cosa molto strana che ci sia una decapitazione completa, quasi una retata, di un intero governo di una regione; ho sentito anche il teorema accusatorio, conoscendo l\'attuale sistema dell\'accusa in Italia\". Gli fa eco Daniele Capezzone portvoce di forza Italia che si chiede se \"fosse davvero indispensabile procedere all\'arresto\".
Di tutt\'altro parere gli esponenti abruzzesi di FI, Nazario Pagano, capogruppo in Consiglio Regionale considera ormai chiusa la vicenda della giunta e chiede nuove elezioni.
Ironico Marco Pannella: \"Formulo sinceri auguri al mio compagno e amico Del Turco e al magistrato che si è assunto questa responsabilità\".
Attendista il PD, partito di cui Del Turco è esponente. Paolo Fontanelli, responsabile del Pd per gli Enti locali mantine un atteggiamente attendista: \"Vogliamo seguire con attenzione ciò che dirà la procura di Pescara fino ad allora è indispensabile un atteggiamento di cautela\".
Di tutt\'altro avviso l\'IDV: Carlo Costantini : \"Da oggi l\'Italia dei valori chiude definitivamente ogni rapporto con l\'attuale gruppo dirigente del Pd in Abruzzo\", annunciando una mozione di sfiducia. Augusto di Stanislao, Assessore alla Formazione entrato in giunta da poco più di un mese in seguito ad un rimpasto si è dimesso.
Antonio Di Pietro usa parole di fuoco: \"È tornata tangentopoli, è difficile invece che torni mani pulite dal momento che in Parlamento si fanno le leggi per non fare i processi e invece di occuparsi della giustizia si occupa di fermare la giustizia. L\'unica differenza è che allora si vergognavano quando venivano scoperti, oggi la prima cosa che si fa, come ha fatto Berlusconi, è attaccare la magistratura che fa il suo dovere\".

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