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L’Aja chiede l’arresto di Bashir, presidente del Sudan

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Luis Moreno Ocampo, procuratore della Corte penale internazionale (Cpi), ha chiesto un mandato d\'arresto per il presidente del Sudan, Omar Hassan al Bashir, per genocidio e crimini di guerra. La richiesta verrà valutata dai giudici del tribunale dell\'Aja, che decideranno la risposta entro sei settimane.

Il mese scorso, la Corte dell\'Aja aveva giudicato responsabile di crimini contro l\'umanità l\'intero apparato statale, indicando in Ali Kuhayb, comandante delle milizie Janjaweed, e Ahmad Harun, attuale ministro per gli Affari umanitari, due dei maggiori responsabili delle atrocità commesse in Darfur.

Nel Darfur 300mila persone sono morte e 3 milioni hanno lasciato le loro case in seguito a una guerra che ha visto fronteggiarsi esercito sudanese e milizie arabe janjaweed armate del governo da una parte, e ribelli del Sudan Liberation Movement e del Justice and Equality Movement, oltre ad altri gruppi etnici, dall\'altra.

Il Sudan, comunque, non riconosce il Tribunale penale internazionale e ha minacciato conseguenze sul processo di pace in Darfur se il presidente verrà incriminato. Migliaia di persone sono scese ieri in piazza a Khartoum per sostenere Bashir.

La situazione è carica di tensione e apprensione, poichè se da un lato la diplomazia e il mondo delle Ong salutano la decisione come una vittoria della giustizia contro l\'impunità, dall\'altro il Paese potrebbe precipitare in una situazione di violenza generalizzata, con ritorsioni e vendette mirate ai danni degli operatori internazionali, dei funzionari delle Nazioni Unite e dei 9mila peacekeepers di Onu e Unione Africana dispiegati in Darfur.

A Roma si è tenuta una manifestazione in sostegno della decisione del Tribunale dell\'Aja.