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A giugno nuovo record per i tassi sui mutui: salgono al 5,85%

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Nuovo record per i tassi sui mutui che, a giugno, salgono al 5,85% dal 5,75% di maggio, toccando così i livelli massimi dall’agosto 2002. È quanto emerso dal rapporto mensile dell’Abi.

Nel rapporto, l’Abi sottolinea anche la tendenza delle famiglie italiane a prediligere un mutuo a tasso fisso. Infatti la quota di finanziamenti di questo tipo, secondo i dati registrati dal Monthly Outlook dell’Abi, è aumentata dal 22,1% della media del 2003 al 70,6% dei primi cinque mesi del 2008.

Inoltre, l’Abi nota una tendenza crescente dei flussi di nuovi finanziamenti per l’acquisto della prima casa: “Se si analizzano poi i flussi di nuovi finanziamenti per l’acquisto di abitazioni in Italia nel periodo esaminato – si legge nel rapporto mensile dell’Abi – si nota una tendenza crescente con un flusso annuo che passa dai 31 miliardi di euro del 2003 a poco meno di 53 miliardi nel 2007”.

Dunque, mutui sempre più cari e sempre meno “variabili” in Italia per chi accende un prestito per l’acquisto della prima casa. E il futuro non promette niente di buono poiché le rilevazioni dell’associazione bancaria riguardano il mese di giugno, quando ancora il tasso di riferimento della Bce era fermo al 4%. Quindi, è probabile che nel mese in corso i tassi applicati a famiglie e imprese potrebbero raggiungere un nuovo record a causa dell’aumento al 4,25% deciso da Francoforte nei primi giorni di luglio.

Ma, come spiega l’Abi, “sia per i mutui che per i prestiti, si tratta comunque di tassi di interesse nominali, che, se depurati dall\'inflazione, mostrano un miglioramento rispetto alla situazione del 2002. Al netto della corsa dei prezzi, che a giugno ha raggiunto il 3,8%, il tasso reale sarebbe infatti pari a circa il 2%, contro il 3% fatto segnare nel 2002.

Se l\'inflazione riduce il tasso di interesse reale applicato dalle banche, rende comunque sempre più difficile tenere dietro agli aumenti delle rate che seguono i continui rialzi dei tassi. Ed è per questo che sempre più famiglie e risparmiatori spostano le proprie preferenze verso il tasso fisso, che sconta un costo più alto ma dà maggiori garanzie e certezze nella pianificazione futura in confronto ad uno variabile”.



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