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Un italiano su dieci è affetto da insonnia cronica a causa del \'mal di lavoro\'

Il sonno scandisce a proprio piacimento il ritmo delle nostre giornate, determinando anche il nostro umore, e non v\'è volontà che possa imporsi a lui. E, a differenza di altre cose belle, il sonno non si lascia afferrare e gestire facilmente, soprattutto quando al lavoro le cose non vanno per il meglio. I pensieri seguono fin sotto le lenzuola le vittime del “mal di lavoro” nella fase dell\'addormentamento e un italiano su dieci resta affetto da insonnia cronica, a causa di quello che accade durante il giorno negli uffici.
Inoltre, dall\'indagine della ricerca globale realizzata da Kelly Services, l\'operatore nel settore dei servizi per le risorse umane, che per indagare sulla relazione tra salute e lavoro ha ascoltato un campione di 115 mila lavoratori, di cui 17 mila in Italia, in 33 paesi del mondo risulta che un altro 50% soffre saltuariamente d\'insonnia una volta tornato a casa e spenta la luce, a causa della vita d\'ufficio.
Quindi, la ricerca svela un sempre più stretto legame tra lavoro e vita privata, al punto da destare qualche perplessità: “Negli ultimi anni il lavoro non è più percepito unicamente come funzionale al sostentamento, ma è diventato l’ambito privilegiato per la realizzazione del sé. In questo senso, è \'normale\' che parallelamente all’importanza attribuita alla professione nella costruzione dell’identità individuale, crescano anche le aspettative e quindi le preoccupazioni”.
Annuncia poi Stefano Giorgetti, direttore generale di Kelly Services Italia, “ è sicuramente importante che le aziende prendano coscienza di questo aspetto e agiscano di conseguenza; infatti la capacità delle imprese di creare un contesto lavorativo piacevole è uno dei principali asset che contribuiscono alla crescita e alla salute di un’organizzazione”.
Le cause principali del malessere per gli italiani, in base ai risultati dell\'indagine, sembrano essere diverse ma la principale è la mancanza di una corretta valorizzazione dell\'attività svolta, seguita poi dall\'assenza di spirito di squadra e dall\'ansia da prestazione dovuta ad eccessive pressioni psicologiche. Invece, al contrario di quanto si possa immaginare, non sembra creare problemi al popolo italiano il numero di ore lavorative e l\'eccessiva sedentarietà, che sono nelle maggiori posizioni tra le lamentele a livello globale.
Nonostante le perplessità suscitate dai risultati dell\'indagine, per i quali il 14 per cento degli italiani ritiene che l’esercizio della propria professione abbia un impatto negativo sul proprio equilibrio psicofisico e, allo stesso tempo, il 13 per cento è convinto che anche nel futuro il lavoro sarà causa di danni alla salute, i dati italiani sono più confortanti di quelli riscontrati in altre nazioni. La media globale è pari al 19 per cento.

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