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Tatuaggi e piercing causa di epatite C, due casi su dieci

Il virus dell’epatite C arriva anche dalle boccette d’inchiostro usate per i tatuaggi che messe a contatto con gli aghi, non sempre sostituiti per ciascuna seduta, sono la causa di due casi su dieci. Infatti, tatuaggi e piercing sono responsabili del 20% dei casi acuti di epatiti C, che si trasmette con il contatto ematico.
A lanciare l’allarme è il professor Antonio Craxi, direttore dell’unità operativa di gastroenterologia dell’Università di Palermo. \"Oggi – spiega Craxi - noi specialisti difficilmente diagnostichiamo epatiti C legate a trasfusione, come è accaduto in passato. Sono invece più frequenti i casi di infezione dovuti a tatuaggi, piercing o procedure mediche.
Le conseguenze possono essere molto gravi: su 100 infezioni acute da epatite C, il 50% diventa cronico. E di questi, il 10% evolverà in cirrosi, con conseguenze letali per almeno 6 o 7 casi\".
Poi a termine del proprio intervento alla conferenza sulle epatiti, tenutosi a Roma, il professore si è raccomandato con professionisti ed appassionati di tatoo a fare molta attenzione. Inoltre, il direttore ha tenuto a precisare che con tatuaggi e piercing è meno probabile contrarre l’epatite B ma non è escluso il rischio.
Questo perché il contagio dell’epatite B, nel 70% dei casi, è a trasmissione sessuale. Ma ad ogni modo è bene fare attenzione poiché è un virus particolarmente resistente, in grado di sopravvivere a lungo nelle boccette d’inchiostro utilizzate dai tatuatori.
