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Brasile: rieletti i sindaci \'disboscatori\' dell\'Amazzonia
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La maggior parte dei 36 comuni segnalati come i principali centri di deforestazione in Amazzonia hanno riconfermato i loro sindaci alle elezioni del 5 ottobre, secondo un conteggio elaborato dal quotidiano ‘O Estado’ di San Paolo.
Dei 36 municipi inclusi nella ‘lista nera’ pubblicata a gennaio dal ministero dell’Ambiente, 21 hanno votato per la continuità negli stati di Pará, Mato Grosso, Rondonia e Amazonas.
Si tratta, spiegano fonti di stampa brasiliane, di comuni la cui economia è incentrata sullo sfruttamento del legname, prima che sull’allevamento e l’agricoltura: “Se alcune di queste attività producono danni ambientali, allo stesso tempo creano numerosi posti di lavoro, dato che aumenta la popolarità dei sindaci” scrive ‘O Estado’.
Divulgando a fine settembre le ultime statistiche sulla deforestazione in Amazzonia, aumentata in modo drastico ad agosto con 756 chilometri quadrati di foresta vergine rasi al suolo, pari al 144% in più rispetto a luglio, il ministro dell’Ambiente, Carlos Minc aveva collegato il fenomeno anche all’avvicinarsi del voto. “Nessuno vuole prendere misure impopolari in periodo elettorale” aveva detto Minc accusando gli amministratori di aver “abbassato la guardia” nella protezione della selva per garantirsi il sostegno dei cittadini.
Dei 36 municipi inclusi nella ‘lista nera’ pubblicata a gennaio dal ministero dell’Ambiente, 21 hanno votato per la continuità negli stati di Pará, Mato Grosso, Rondonia e Amazonas.
Si tratta, spiegano fonti di stampa brasiliane, di comuni la cui economia è incentrata sullo sfruttamento del legname, prima che sull’allevamento e l’agricoltura: “Se alcune di queste attività producono danni ambientali, allo stesso tempo creano numerosi posti di lavoro, dato che aumenta la popolarità dei sindaci” scrive ‘O Estado’.
Divulgando a fine settembre le ultime statistiche sulla deforestazione in Amazzonia, aumentata in modo drastico ad agosto con 756 chilometri quadrati di foresta vergine rasi al suolo, pari al 144% in più rispetto a luglio, il ministro dell’Ambiente, Carlos Minc aveva collegato il fenomeno anche all’avvicinarsi del voto. “Nessuno vuole prendere misure impopolari in periodo elettorale” aveva detto Minc accusando gli amministratori di aver “abbassato la guardia” nella protezione della selva per garantirsi il sostegno dei cittadini.

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