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Roma: l\'indiano bruciato è fuori pericolo ma i suoi aguzzini ritrattano

Dall\'ospedale S. Eugenio di Roma, dove si trova ricoverato il cittadino indiano, giungono le prime notizie rassicuranti circa le condizioni dell\'uomo. Sing Navte non è in pericolo di vita ma soffre a causa delle ustioni che ricoprono il 40% del suo corpo. Il cittadino indiano che venerdì sarà sottoposto ad intervento chirurgico parla pochissimo ma è riuscito ugualmente a farsi capire dai Carabinieri che gli hanno mostrato delle foto, dalle quali la vittima ha riconosciuto i suoi tre aguzzini.
I tre, Francesco Bruno (29 anni), Gianluca Cerreto (20 anni) e Samuele F. (16 anni), interrogati dai Carabinieri hanno inizialmente confessato, o per meglio dire raccontato i fatti, come spiega il legale del giovane Samuele, che ha subito ritrattato la propria versione. In attesa dell\'udienza di convalida del fermo da parte del gip, i due maggiorenni si trovano in isolamento nel carcere di Velletri mentre l\'unico minorenne si trova in un centro di prima accoglienza.
Contro di loro l\'accusa di tentato omicidio aggravato per aver picchiato e poi cosparso di benzina un indiano di 35 anni, in Italia da 5, che dormiva su una panchina di marmo della stazione ferroviaria di Nettuno, località sul litorale romano. Il ferito, che ha ustioni di terzo grado sul 40% del corpo, dormiva sulla stessa panchina ormai da tempo, da quando aveva perso il lavoro e non aveva i soldi a sufficienza per pagarsi un tetto.
Alla base dell\'episodio, al contrario di quanto si potrebbe pensare, non ci sarebbe lo sfondo razziale bensì uno \'scherzo\'. Infatti, i tre avevano trascorso una notte \'brava\' tra alcol e droga al termine della quale - secondo le loro dichiarazioni durante l\'interrogatorio - hanno voluto fare, un gesto \"eclatante per provare una forte emozione\". Sembrava finita li\' ed invece, mentre erano al distributore a fare il pieno all\'auto, hanno avuto l\'idea di fare - come dichiarano agli investigatori gli stessi indagati - \"uno scherzo al barbone\". Così, tornati nella stazione hanno dato fuoco al cittadino indiano e non riuscendo piu\' a spegnere le fiamme sono scappati.
Secondo quanto osservato dal generale Vittorio Tomasone, comandante provinciale dei carabinieri di Roma, quindi, \"quanto avvenuto non sembra avere uno sfondo razziale, ma con una conseguenza ancor piu\' agghiacciante, visto che secondo quanto accertato i tre volevano chiudere la notte, dopo uno sballo di alcol e droga, con un gesto fortemente eclatante\". Ma, sottolinea lo stesso generale Tomasone \"non capire lo sfondo dietro questo atroce episodio sarebbe come non vedere cio\' che succede attorno ai nostri giovani. L\'uso smodato di droghe ed alcol a cui si sottopongono condiziona il loro comportamento\".
