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Udine: Eluana Englaro si è spenta all\'improvviso e in silenzio

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eluana englaro
Dopo 17 anni sospesi tra la vita e la morte, a causa di un incidente, Eluana Englaro se ne è andata via in silenzio, da sola nella sua stanza della casa di riposo \'La Quiete\' di Udine.

Erano passate da poco le 20 di ieri quando il mondo intero, in poco tempo, è venuto a conoscenza dell\'annuncio del presidente del Senato Schifani: Eluana Englaro è morta. La donna, che da 17 anni viveva sospesa ad un filo tra la vita e la morte a causa di un incidente stradale, si è spenta improvvisamente, in silenzio e in solitudine, nella propria stanza della casa di riposo \'La Quiete\' di Udine. Eluana, dopo 15 anni di cure da parte delle suore presso la clinica di Lecco \'Beato Luigi Talamone\', era stata trasferita martedì scorso ad Udine dove, da venerdì, i medici avevano sospeso l\'alimentazione e l\'idratazione della ragazza.


Ieri, mentre intorno a lei infuriavano le polemiche sul suo destino e sulla sua vita, Eluana se ne è andata, lontana dai propri cari e da tutti. Per il suo ultimo viaggio, la donna ha scelto il silenzio e la solitudine, che in questi 17 anni non ha mai avuto. Si è sentita male all\'improvviso, nessuno si aspettava un saluto così immediato da parte della donna in stato vegetativo dal 18 gennaio 1992 quando, ironia della sorte, iniziò con la stessa casualità e rapidità il calvario della sua vita. \"Ha avuto una crisi improvvisa - spiega Carlo Alberto Defanti, il neurologo che la segue da anni - sulla cui natura dirà una parola certa l\'autopsia che era già in programma\". Eluana ha smesso di vivere nel giro di poco tempo a causa di complicazioni respiratorie subentrate improvvisamente. \"Ha iniziato a respirare male, in maniera sconnessa fino all\'arresto respiratorio\" - conclude Defanti.


Le sue ultime ore di vita, la ragazza solare e bella, che tutti hanno sempre visto in foto e in televisione, le ha trascorse assistita ogni minuto da medici, infermieri e anestesisti. Inoltre, due consulenti della Procura della Repubblica di Udine, accompagnati dai Carabinieri, l\'hanno controllata ogni giorno tutti i giorni da quel venerdì mattina in cui le sono state sospese alimentazione e idratazione in modo definitivo. I militari dei Nas sono entrati nella stanza della donna in stato vegetativo per verificare la corrispondenza di quello che stava avvenendo con quanto prescritto dai giudici milanesi; polemiche, voci, giudizi e ipotesi si sono inseguite intorno al suo letto, ma di tutto questo ad Eluana non è giunto nulla.


La donna, strappata alla morte dai medici all\'età di 20 anni, ma non riportata alla vita normale si è spenta, lasciando il suo ricordo e la propria vitalità nei ricordi di quanti l\'hanno conosciuta prima dell\'incidente stradale, da dove è iniziato il suo calvario. Nel violento impatto il cervello aveva subito un trauma gravissimo e si era staccato in parte dalla corteccia. Inoltre per la frattura della seconda vertebra cervicale era comunque destinata alla paralisi. Dopo 12 mesi di attesa, di visite, di pellegrinaggi da un ospedale all\'altro, i medici diedero ai genitori di Eluana la diagnosi conclusiva: il cervello era andato incontro a una degenerazione definitiva. Nessuna possibilità di recupero. Ed Eluana era così entrata nello stato vegetativo dal quale non è più uscita. Eluana non era più la giovane donna delle fotografie. I capelli le erano stati tagliati, le labbra si muovevano in un tremolio continuo, gli arti in tensione, un piede in una posizione innaturale. Per i familiari era un tormento vederla in quella condizione. Papà Beppino decide di non rassegnarsi e innesca la sua battaglia legale. Battaglia, terminata non senza polemiche, ora con la morte della donna.


E mentre da una parte, la famiglia Englaro, chiusa nel proprio dolore, chiede di essere lasciata stare, dall\'altra Berlusconi e Napolitano continuano il loro muro contro muro sul caso, e dall\'altra ancora il Vaticano chiede il \"perdono per il delitto e omicidio commesso\", decine di persone stanno salutando in questi momenti Eluana Englaro, la donna spentasi nella clinica \'La Quiete\' di Udine dopo 17 anni vissuti in stato vegetativo persistente. Davanti alla clinica continuano ancora ad arrivare persone e molti si fermano a prendere parte a questi gruppi di preghiera improvvisati che alternano canti e preghiera, depositando candele accese, fiori e pensieri.



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