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Immigrazione: non è una realtà da cui difendersi

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A Roma è stato presentata la V edizione dell\'Osservatorio Romano sulle Migrazioni, promosso dalla Caritas diocesana di Roma ed edito dal Centro Studi e Ricerche Idos.

Mons. Guerino di Tora, direttore della Caritas diocesana di Roma, ha affermato che: “Le classi più disagiate non sono una realtà da cui difendersi e non è giusto che su di esse vengano scaricati i problemi della città. Purtroppo, i poveri ieri e gli immigrati oggi rischiano di essere inquadrati sotto l’ottica della pericolosità e dell’instabilità sociale, che invece si ricollegano ad altre ragioni”. Mons. Di Tora ha sottolineato che il ‘sistema Italia’ non può fare a mano degli immigrati perché essi rappresentano per l’economia “un forte vantaggio, per le tasse che pagano e la ricchezza che producono, che peraltro non trovano un adeguato riscontro nei servizi loro erogati”. Dal punto di vista umano una indagine condotta dall’ente caritativo lo scorso anno “su circa 1.000 persone segnalate dalle associazioni degli immigrati, ha mostrato che sono amichevoli nei nostri confronti, tenaci nel lavoro e anche capaci accontentarsi: una buona base per costruire una convinta politica di convivenza”.


Per quanto riguarda il Dossier risultano oltre 400mila gli stranieri regolari stimati nella provincia di Roma. La maggioranza (92.258) sono romeni, quasi un terzo di tutti i residenti. Secondo gruppo più numeroso dopo i romeni sono i filippini (8%) e i polacchi con il 5,6% del totale. Gli stranieri provengono da quasi tutti i Paesi del mondo, o per decisioni individuali, come nel caso dei romeni, o su “impulso della famiglia”, come per i peruviani, la cui migrazione risponde a “una precisa strategia di diversificazione delle risorse in ambito familiare”, spiegano i curatori del Rapporto, che dedica specifici capitoli alle origini e alle modalità di inserimento a Roma di diverse comunità migranti. Per quanto riguarda i minori di cittadinanza straniera sono 64.539 in tutta la Provincia, il 67,4% concentrati nella capitale.


Il dato più interessante sono i 45.524 minori nati in Italia e che rientrano a pieno titolo nella “seconda generazione” dell’immigrazione, “nonostante dal punto di vista giuridico continuino ad essere stranieri, alla pari dei loro genitori”. Questa seconda generazione necessita di “un riconoscimento adeguato, tanto sul piano culturale, con la rimodulazione del sistema educativo, dei programmi e della didattica (e anche con una maggiore apertura alle culture di origine), tanto sul piano giuridico (con particolare riguardo all’acquisizione della cittadinanza italiana)”.


Questi giovani, “se adeguatamente sostenuti”, sono un “esempio” di plurilinguismo e di scambio interculturale e con i loro coetanei italiani costituiscono “una speranza per il futuro della città”. Tra gli immigrati si annoverano anche i rom, che però vivono un atteggiamento ‘non benevolo’: “è necessario attivare – spiegano alla Caritas romana – uno sforzo maggiore proponendo e sostenendo percorsi concreti di integrazione e, nello stesso tempo, vigilando per prevenire fenomeni di devianza”.


da Simone Baroncia
   

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