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Vaticano: necessità del dialogo tra scienza e fede

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Lo ribadisce Mons. Ravasi. Presentando il Convegno sulle teorie evoluzioniste (3-7 marzo)

A 150 anni da “L’origine della specie” di Charles Darwin. Scienziati di varie discipline e filosofi – credenti e non credenti - insieme a teologi saranno chiamati da tutto il mondo per confrontarsi sul tema: “Evoluzione biologica: fatti e teorie”, al centro della Conferenza internazionale, che avrà luogo a Roma dal 3 al 7 marzo, organizzata dalla Pontificia Università Gregoriana, in collaborazione con l’Università statunitense Notre Dame, nello Stato dell’Indiana, nell’ambito del progetto STOQ-Scienza Teologia, e Questione ontologica. L’iniziativa sotto il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura, è stata presentata stamane in Sala Stampa vaticana, dal presidente del dicastero mons. Gianfranco Ravasi,


Un evento particolarmente importante nei rapporti tra scienza e fede
, ha sottolineato mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura: “E’, questa, un’esigenza che viene sempre più ribadita perché nessuno di questi due approcci è di sua natura capace di esaurire la complessità, la vastità di questo orizzonte che è il mistero-Uomo o il mistero-Universo”. Ha citato a sostegno di questa evidenza, mons. Ravasi, tre pensatori della statura di Nietzsche, Plank e Pensias, sostenitori in diverso modo della non inimicizia o contrasto e finanche della complementarità di religione e scienza, pure in sfere separate.


Ma quando si creano difficoltà nel dialogo? Quando si travalicano i confini e si creano confusioni: “ La teoria scientifica da discutere secondo lo statuto scientifico si è trasformata progressivamente in un sistema ideologico interpretativo dell’intera realtà umana, passando oltreperciò il suo ambito specifico. Ed ecco, per esempio, il sorgere di quella assurdità, a mio avviso, che è il darwinismo sociale”.


Ha spiegato mons. Ravasi che l’autore della Genesi non aveva lo scopo di dare risposte scientifiche: “Piuttosto, egli voleva rispondere ad un quesito teologico, usando naturalmente anche la strumentazione del suo tempo. La sua non era, quindi, un’analisi né di paleoantropologia, di paleontologia, di astrofisica ma di filosofia e di teologia”. “La vera alternativa – ha concluso il presidente del Pontifico Consiglio della Cultura – non è quindi tra evoluzione e creazione”: “Sono due interpretazioni, due analisi della realtà da angolature diverse. Caso mai, se ci dev’essere tensione, discussione, dialettica, è tra due sistemi di pensiero\".

FONTE VATICANA