comunicato stampa
Pacchetto sicurezza: vescovi, evitare caccia a streghe e generalizzazioni

Secondo il presule “ci vuole ragionevolezza”, e un atteggiamento “giusto ed equanime” anche nei confronti delle azioni di sgombero dei campi nomadi. Inoltre, gli immigrati “sono i primi a soffrire di questi fatti, soprattutto quelli che conducono una vita onesta e a fatica si costruiscono una dignità” ha ricordato il segretario della Commissione episcopale per le migrazioni della Cei, monsignor Domenico Sigalini, precisando che “tutti sappiamo che nelle nostre periferie ci sono accampamenti abusivi però non ce ne si preoccupa. Poi, quando avvengono fatti come quelli di questi giorni si scatena la caccia alle streghe”.
Sullo sfondo, la decisione del governo di anticipare alcune norme del cosiddetto ‘Pacchetto sicurezza’ tramite un decreto da approvare al prossimo Consiglio dei ministri, tra le quali quella che esclude la possibilità della concessione degli arresti domiciliari a chi è accusato di violenza carnale, il gratuito patrocinio alle vittime e possibilità per i sindaci di avvalersi di ‘ronde’ di cittadini volontari non armati.
“Dobbiamo stare attenti a non veicolare degli stereotipi pericolosi. In questo caso rumeni uguale delinquenti. Non è così – ha detto il direttore dell’Ufficio immigrazione della Cei padre Gianromano Gnesotto al quotidiano ‘Il messagero’ - occorre dare, messaggi costruttivi, che non aumentino le paure e l’allarmismo diffuso”. Secondo Gnesotto “bisogna trovare vie intelligenti per governare il fenomeno dell’immigrazione, parlare alla testa della gente e non alle pance”.
