articolo
Kek - Ccee: custodi della creazione e non sfruttatori

Le
Chiese europee hanno deciso di sostenere un\'iniziative promossa da tempo in
ambito ortodosso e rilanciata alla Assemblea ecumenica europea di Sibiu, e cioè
quella di utilizzare il periodo che va dal 1 settembre al 4 ottobre come \"un
tempo di contemplazione, cura e celebrazione della bontà di Dio nella
creazione\". Altro concetto ribadito ad Esztergom è stato quello di legare
\"strettamente\" la sollecitudine per \"un\'appropriata custodia della creazione\"
alla \"sollecitudine per la giustizia nel mondo\". \"I membri del Ccee e della Kek
- si legge a questo proposito nel comunicato - hanno riconosciuto che, come
europei, abbiamo bisogno di condividere un senso di solidarietà con i più
poveri del nostro mondo, che sono le vittime primarie del nostro atteggiamento
irresponsabile nei confronti del creato\".
Durante l\'incontro, si è ascoltato
quanto le Chiese stanno facendo in tutta Europa, \"sia a livello locale che
regionale e nazionale\", per \"dare la giusta preminenza nella loro testimonianza
al tema della creazione\", avvalendosi spesso anche della consulenza di
scienziati ed esperti. Si è chiesto inoltre alle Chiese di \"assumersi le
proprie responsabilità\", compiendo \"passi specialmente al fine di ridurre la
nostra \'impronta di carbonio\". Nel comunicato finale Ccee e Kek chiedono infine
alle loro Chiese membro di \"fare la propria parte per esercitare un\'influenza
sulla Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici di Copenhagen nel
dicembre 2009\".
E secondo il commissario all\'ambiente, Stavros Dimas, \"le catastrofi naturali costituiscono una minaccia sempre più forte per gli Stati membri e si prevede che nei prossimi anni, per effetto del cambiamento climatico, aumentino di numero e intensità. Dobbiamo fare il possibile per ridurne l\'impatto preparandoci al meglio\". Si intende così avviare un\'azione comunitaria \"a lungo termine\" in tale ambito su vari settori \"in cui un approccio comune è più efficace rispetto a singole strategie nazionali: si tratta infatti di sviluppare conoscenze, mettere in contatto i soggetti interessati, creare collegamenti tra le politiche pertinenti e migliorare gli strumenti di prevenzione delle catastrofi di cui la Comunità già dispone\".
