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Vaticano e Lefebvriani: non è ancora pace

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Nonostante la missiva di scuse del vescovo Richard Williamson, continuano le ostilità, se pur ridotte, tra la Santa Sede e i Lefebvriani.

La lettera del vescovo lefebvriano negazionista \"non è indirizzata nè al Santo padre nè alla commissione Ecclesia Dei\". Questo il motivo per cui le scuse di Williamson non vengono accettate dal Vaticano che, inoltre, sottolinea: la lettera \"non sembra rispetare le condizioni stabilite dalla segreteria di Stato vaticana\" del 4 febbraio che \"sollecitava il vescovo lefebvriano a prendere in modo assolutamente inequivocabile e pubblico le distanze dalle sue posizioni riguardanti la Shoah\".


Ma, da parte loro, anche i lefebvriani della Fraternità San Pio X negano la riconciliazione con la Santa Sede, o meglio, non riconoscono il Concilio Vaticano II. E proprio il non riconoscimento del Concilio Vaticano II è la causa principale per una mancata reintegrazione dei lefebvriani. Questo \"fare del riconoscimento del concilio una condizione preliminare - accusa monsignor Bernard Fellay, successore di monsignor Lefebvre - è mettere il carro davanti ai buoi\".


\"I frutti del Concilio - ha aggiunto Fellay - sono stati quelli di svuotare i seminari, i noviziati e le Chiese. Migliaia di preti hanno abbandonato il loro sacerdozio e milioni di fedeli hanno cessato di esssere praticanti e si sono rivolti alle sette\". \"La religiosita\' dei fedeli - conclude - e\' stata snaturata\". Quindi, il Concilio Vaticano II ha prodotto solo perdite secondo i lefebvriani.



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