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Caritas: appello per i bambini sofferenti dello Sri Lanka

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bambini dello sri lanka
Nelle ultime 36 ore i chirurghi di Medici Senza Frontiere (MSF), con il personale del Ministero della Sanità, hanno lavorato ininterrottamente per visitare più di 400 pazienti con ferite di arma da fuoco arrivati all’ospedale di Vavuniya, l’area controllata dal governo nel Nord dello Sri Lanka.

Negli ultimi giorni, si stima che tra 25mila e 40mila persone abbiano lasciato l’area del conflitto, nota come Vanni, ma decine di migliaia restano intrappolate nel mezzo degli scontri fra le forze governative e le Tigri Tamil del ‘Liberation Tigers of Tamil Eelam’ (LTTE). “Quasi tutti hanno lasciato qualche conoscente nella zona del conflitto, spiega Karen Stewart, operatrice di MSF che si occupa di salute mentale a Vavuniya, qualche volta a Vavuniya si possono addirittura sentire i bombardamenti e si capisce che cosa sta accadendo a Vanni.


Circa l’85% delle persone con cui ho parlato è testimone di cose terribili: c’è chi, mentre stava rifugiato in un bunker, ha visto morire metà delle persone lì presenti a causa di un bombardamento. Una donna mi ha raccontato di essere uscita dal bunker per prendere l’acqua e di aver trovato tutti morti quando vi è rientrata”. Nonostante gli sforzi di MSF e dello staff del Ministero della Sanità, l’ospedale di Vavuniya è completamente sovraffollato. Nel solo mese di marzo, il 90% delle operazioni chirurgiche lì realizzate sono state su pazienti feriti da proiettili o granate.


Ci sono più di 1.200 pazienti quando l’ospedale in realtà può ospitarne 400. Intanto chi soffre di più nel conflitto che vede fronteggiarsi nello Sri Lanka le forze governative e i ribelli tamil sono i bambini, denuncia la Caritas, che sta lanciando un appello in difesa degli innocenti intrappolati nel conflitto a Vanni, nella zona nord-orientale del Paese.


Anche il direttore di Caritas Sri Lanka, p. Damian Fernando, afferma che la sofferenza umana a Vanni è ormai insostenibile: “La gente affronta sofferenze terribili perché è quotidianamente sotto attacco. Molti bambini sono intrappolati nella zona di guerra. I bombardamenti e gli sfollamenti continui fanno strage della popolazione, che è costantemente in fuga. L\'accesso agli aiuti medici per i feriti è carente. Da settimane la gente ha poco cibo e acqua”.


In questo drammatico contesto, Caritas Internationalis ha lanciato un appello per raccogliere 1,811,728.95 euro per fornire assistenza d\'emergenza alle vittime del conflitto, a chi ha perso la casa, a quanti ritornano e alle famiglie colpite dagli scontri, soprattutto donne e bambini. La Caritas aiuterà 100.000 persone con cibo, acqua pulita, medicinali di base e assistenza psicologica, ma sostiene che gli aiuti non basteranno se non avranno fine gli scontri o ci sarà almeno un cessate il fuoco per permettere l\'evacuazione dei civili.



da Simone Baroncia





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