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Sri Lanka: vietato l\'accesso agli operatori umanitari

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Il governo di Colombo impedisce ogni accesso umanitario nelle zone del nord-est dell’isola, dove sono arroccati gli ultimi elementi delle Tigri per la liberazione della patria Tamil (Ltte) oltre a diverse decine di migliaia di civili, e oggetto di una massiccia offensiva dell’esercito.

Lo ha annunciato, al termine della sua visita di tre giorni nel paese, il responsabile per gli Affari umanitari delle Nazioni Unite, John Holmes precisando di non aver ottenuto dal presidente srilankese Mahinda Rajapakse il “via libera” per inviare nella regione del conflitto un gruppo di operatori umanitari, come richiesto nei giorni scorsi dal Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon.


Non abbiamo raggiunto un accordo, sono deluso” ha detto Holmes a cui Colombo ha riferito che “nel nord-est non ci sono le condizioni di sicurezza necessarie per permettere l’invio di una missione”. Pur avendo accolto con favore la decisione, annunciata oggi dal governo, di non utilizzare più l’artiglieria pesante per attaccare i ribelli - insieme ai quali si troverebbero bloccati ancora circa 50.000 civili, secondo le stime dell’Onu e della Croce Rossa - Holmes ha detto di sperare che “la decisione sarà rispettata questa volta, poiché in passato non è stato così”.


Intanto, fonti della ribellione Tamil smentiscono la fine dei bombardamenti e dell’uso di artiglieria pesante sulla cosiddetta “zona protetta” così come annunciato dal governo, ma dato che la zona dei combattimenti è interdetta a giornalisti e operatori umanitari non è possibile ottenere informazioni da fonti indipendenti. Infine, dal Lussemburgo dove sono riuniti oggi per un incontro, i ministri degli Esteri europei hanno diffuso un appello per un cessate-il-fuoco immediato e l’evacuazione dei civili intrappolati nelle zone di conflitto.



da Misna
www.misna.org





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