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Processo San Suu Kyi aperto ai giornalisti

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La giunta militare birmana ha aperto mercoledì a diplomatici e a 10 reporter (5 stranieri e 5 birmani), le porte del carcere dove è in corso il processo alla leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi, nel tentativo di placare le proteste internazionali per il nuovo arresto del Premio Nobel per la Pace.


Alle ambasciate è stato detto che potevano inviare un diplomatico al tribunale all\'interno della famigerata Prigione Centrale di Insein a Rangoon. Anche ad un gruppo di rappresentanti di media locali e stranieri è stato consentito di coprire il dibattimento verso mezzogiorno, secondo il segretario del club dei corrispondenti stranieri in Birmania.

La 63enne, che i suoi sostenitori hanno soprannominato \"The Lady\", rischia fino a cinque anni di carcere se verrà riconosciuta colpevole di aver violato i termini degli arresti domiciliari. \"Vi ringrazio molto per la vostra presenza e il vostro supporto\", ha detto ai diplomatici dopo l\'udienza Suu Kyi.

Lunedì, quando si è aperto il processo, le autorità avevano vietato l\'accesso al carcere di Insein ad alcuni ambasciatori europei fra cui quelli di Italia, Francia, Gran Bretagna e Germania, scatenando le dure proteste della diplomazia internazionale.

Persino i paesi vicini del Myanmar, solitamente arrendevoli, hanno rimproverato la giunta militare. L\'Associazione delle Nazioni del Sudest Asiatico (Asean), basata sul principio della non interferenza, ha dichiarato che il processo ha messo a rischio \"l\'onore e la credibilità\" del Myanmar, suo membro.


di Giulia Angeletti
redazione@viveresenigallia.it





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