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Cina, almeno 140 morti nei disordini dei giorni scorsi
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Almeno 140 persone sono morte nei disordini che domenica hanno scosso lo Xinjiang, regione dell\'estremo occidente della Cina a maggioranza mussulmana, che il governo cinese ha definito un complotto contro il suo potere da parte dei separatisti.
I violenti scontri che da due giorni si verificano nella principale città dello Xingjiang si sono allargati anche alla seconda città della provincia nord-occidentale della Cina, Kashgar, dove abita la minoranza uighur.
nche nella regione dello Xinjiang il problema è la politica di sinizzazione di Pechino, identica a quella attuata in Tibet, e quindi sono i rapporti tesi con la crescente popolazione di etnia Han e le discriminazioni politiche, economiche e sociali.
Pechino incoraggia da decenni la migrazione di cinesi Han, che oggi rappresentano il 40 per cento della popolazione, contro il 5 per cento negli anni \'40. Si calcola che ormai ve ne siano tra i 6 e 15 milioni.
Molti esperti citati dal Council on Foreign Relations ritengono che Pechino esageri la minaccia terroristica per giustificare una feroce repressione nei confronti della dissidenza uigura. Molti degli atti terroristici che Pechino gli attribuisce non sono che spontanee e disorganizzate forme di malcontento civile.
I violenti scontri che da due giorni si verificano nella principale città dello Xingjiang si sono allargati anche alla seconda città della provincia nord-occidentale della Cina, Kashgar, dove abita la minoranza uighur.
nche nella regione dello Xinjiang il problema è la politica di sinizzazione di Pechino, identica a quella attuata in Tibet, e quindi sono i rapporti tesi con la crescente popolazione di etnia Han e le discriminazioni politiche, economiche e sociali.
Pechino incoraggia da decenni la migrazione di cinesi Han, che oggi rappresentano il 40 per cento della popolazione, contro il 5 per cento negli anni \'40. Si calcola che ormai ve ne siano tra i 6 e 15 milioni.
Molti esperti citati dal Council on Foreign Relations ritengono che Pechino esageri la minaccia terroristica per giustificare una feroce repressione nei confronti della dissidenza uigura. Molti degli atti terroristici che Pechino gli attribuisce non sono che spontanee e disorganizzate forme di malcontento civile.

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