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Aids: aumentano i contagi a causa della diagnosi tardiva

La diagnosi tardiva del virus Hiv non avviene solo in Italia ma in tutta Europa. E\' questa la tendenza comune a tutti i Paesi europei denunciata dal convegno mondiale dell\'Aids a Città del Capo,in Sudafrica. In genere, chi arriva tardi alla diagnosi della sieropositività, in Italia e non solo, sono nella maggior parte dei casi le persone di età compresa tra i 40 e i 60 anni ed eterosessuali.
La paura dello stigma, la mancanza di informazione ed una bassa consapevolezza del problema sono tra le principali cause per cui le persone non si sottopongono al test. Un test che potrebbe impedire complicazioni e, nel tempo, l\'aggravarsi della malattia. Infatti, spiegano gli esperti, \"arrivare tardi alla diagnosi significa essere più suscettibili a nuove infezioni diverse dall\'Hiv, avere problemi cardiovascolari, a fegato e reni, senza poi contare - concludono - il rischio di diffondere l\'infezione da Hiv perchè ignari di averlo contratto\".
In Italia, secondo i dati presentati al Convegno, i nuovi casi di Aids sono circa 140 mila l\'anno e di questi il 39% con una diagnosi tardiva. Scoprire l\'infezione quando il livello di cellule Cd4 sono pari a 100 o a 50, contro le 350 che si dovrebbero avere se identificata con una diagnosi veloce, comportano notevoli rischi sia all\'interessato sia alle persone con le quale viene a stretto contatto.
Quindi, raccomandano gli esperti, è bene superare la paura e sottoporsi al test preventivamente, senza sottovalutare i rischi dell\'Aids.

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