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Atletica: Semenya, vince il mondiale ma la Iaaf apre un\'inchiesta sul suo sesso

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Caster Semenya
La polemica sulla femminilità della giovane atleta sudafricana Caster Semenya, che ha vinto la finale degli 800 metri ai mondiali di atletica di Berlino, ha già fatto il giro del mondo.

L\'atleta sudafricana, di appena 18 anni, mercoledì ha stravinto il Mondiale di atletica di Berlino, grazie alle proprie doti atletiche strepitose ed al proprio fisico. Ma proprio da questa manifestazione ed a causa del fisico, molto muscoloso e poco avvenente dell\'atleta sudafricana, nasce la ormai nota polemica.


Una polemica, nata dall\'atleta italiana Elisa Cusma alla fine della gara, che in poco tempo sta facendo il giro del mondo. La dichiarazione forte della nostra atleta, classificatasi sesta, nasce da una rivalità agonistica e dalla delusione per il risultato, oppure trova fondamenta? E, può bastare un aspetto più \'mascolino\' di un\'atleta a giustificare voci e battute di questo calibro? Questi e altri sono i dubbi che alimentano la polemica sulla reale sessualità della 18enne.


Una sessualità che, ora, la Iaaf (Associazione Internazionale delle Federazioni di Atletica Leggera) controllerà e verificherà attraverso un\'inchiesta che ha portato a chiedere alla Federazione sudafricana di sottoporla a test approfonditi per accertarne indiscutibilmente il sesso.


Nel frattempo però, dal sudafrica giunge un coro unanime in difesa di Caster Semenya. Un coro che garantisce circa la femminilità dell\'atleta e che pone, nel 2009, ancora il fattore discriminante sullo sport. A tal proposito, in difesa della giovane sudafricana, spiccano le voci del Congresso nazionale africano (Anc) e della Federatletica sudafricana che annunciano: \"La Caster non è l\'unica atleta donna con una morfologia mascolina, e la Federazione internazionale dovrebbe saperlo\".


\"Le questioni ingiustificate sul suo sesso, accusano, altro non sono che umiliazioni per una ragazza, di 18 anni, che viene umiliata per un crimine che non ha commesso\". E conclude Leonard Chuene, il presidente della Federatletica sudafricana, \"Il suo unico crimine è essere nata nel modo in cui è nata\".


Dunque, il mondo dell\'atletica e non solo, dalla fine della gara di Berlino, in cui la 18enne è stata proclamata campionessa negli 800 metri, è diviso in due. Chi sostiene la sudafricana e chi, invece, è pronto ad accusarla ed attaccarla in un argomento tanto delicato quanto piccante e \'stuzzicante\'.


Ma anche il Comitato olimpico sudafricano appoggia la Semenya sottolineando: \"La vittoria di Caster è ancora più da rimarcare, dal momento che ha dovuto far fronte alle affermazioni delle avversarie e dei media riguardo al suo sesso\". Stesso appello arriva dall\'azzurro Alex Schwazer che, in attesa del suo impegno nella 50 km di marcia, è intervenuto dicendo: \"Mettetevi nei panni di questa ragazza, che si è allenata tantissimo e non si è fatta prendere dal panico per il Mondiale, dominando la gara. Poi le hanno detto che era un uomo: come vi sentireste?\".


Un\'interrogativo al quale, personalmente e in forma privata, chiunque può rispondere ma che, nella realtà, troverà risposta e porrà fine alla polemica soltanto con il verdetto dei test della Iaaf.





di Sudani Scarpini
redazione@viveremarche.it






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