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Onu: la legge-Bavaglio mina i diritti internazionali

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Ginevra - l'Onu sfavorevole alla discussa legge-bavaglio e chiede una rigorosa revisione o marcia indietro sul decreto legge sulle intercettazioni.

È per questo motivo che nel 2011 sarà presente in Italia per vagliare i diritti della libertà di stampa e della libertà di espressione.

L'Onu chiede in sostanza di abolire o comunque cambiare il nuovo decreto sulle intercettazioni, poiché potrebbe limitare, dice Il relatore del Consiglio dei Diritti Umani dell'Onu Frank La Rue, un diritto fondamentale in terra italiana: quello della libertà di espressione e andrebbe a violare i diritti civili e politici su cui si basa l'accordo internazionale di cui fa parte anche l'Italia.

La Rue avrà dunque il compito di vigilare sulla situazione italiana a riguardo ed è consapevole che la legge vuole garantire la tutela degli intercettati e la loro privacy personale, ma allo stesso tempo afferma il bisogno di dare a questo decreto un risvolto più adeguato e che non sia esplicitamente voluto ed inteso a minare la libertà di espressione. Il tutto nel rispetto delle normative internazionali sui diritti umani.

Bisogna aprire un dialogo tra governo, giornalisti e le varie organizzazioni ad essi correlati, poiché le sanzioni in gioco sono veramente severe e potrebbero condurre l'Italia verso la negazione di un diritto fondamentale in ogni nazione civile che si rispetti.

Cercare e comunicare è un diritto inviolabile, spiega ancora La Rue, e non può essere limitato dal carcere, da ingenti sanzioni sia per i giornalisti che per gli editori. Confermare questo decreto come legge significherebbe ostacolare l'informazione pubblica e per di più legalizzarlo a pieno titolo.



di Laura Rotoloni
vivere.biz/laurarotoloni






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