SEI IN > VIVERE ITALIA > POLITICA

Marcia indietro del Governo: il decreto della legge bavaglio è stato modificato

2' di lettura 806

Legge Bavaglio

Le intercettazioni potranno essere pubblicate se considerate importanti. Questa è l'ultima novità sul caso, per alcuni angoscioso, della legge che voleva mettere limiti al diritto di informare ed essere informati.

Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, presenterà nuovi emendamenti mercoledì mattina alle 9, per rispondere alla necessità di un accordo all'interno della maggioranza. L'intesa sembra prendere finalmente forma.

Il Popolo delle Libertà assicura che non si aspetterà settembre per risolvere questa spinosa questione, dal momento che la maggioranza sembra pronta a esaminare il decreto legge il 29 luglio alla camera. “Il ministro Alfano – ha detto Fabrizio Chicchitto, capogruppo della camera dei berlusconiani – vuole rispettare tre condizioni fondamentali: garantire la privacy rispettando l'articolo 15 della Costituzione e la libertà di stampa tutelata nell'articolo 21, ma sopra ogni cosa che la legge che si sta definendo abbia il consenso della maggioranza”. Ancora Chicchitto sostiene che se il decreto di legge sarà votato entro i primi di agosto non dovrà essere rinviato a settembre e si porrà fine a questi dibattiti sulle intercettazioni.

La proposta dei nuovi emendamenti presentata martedì è quella di rendere disponibili le intercettazioni dopo la cosiddetta “udienza filtro”: un'udienza preliminare nel rispetto della privacy. Poi spetterà al magistrato stabilire quali sono le intercettazioni considerate rilevanti e che potranno essere riassunte e successivamente pubblicate, mentre resteranno non pubblicabili quelle che si riferiscono a fatti e persone estranee alle indagini. La proposta è stata firmata dalla maggioranza e non si danno scadenze prefissate per stabilire entro quando dovranno essere date le udienze relative ai processi.

I finiani hanno accolto con positività la proposta del governo. Giulia Bongiorno, presidente della commissione di giustizia ribadisce che “È innegabile che l'emendamento presentato dal governo va incontro alle istanze rappresentate dal mondo dell'informazione. Si tratta di qualcosa di molto positivo”. La Bongiorno sosteneva infatti che era necessario un emendamento che garantisse il diritto di cronaca.

La legge sarà presto realtà dopo la presentazione dei sub-emendamenti e la proposta fatta sembra essere condivisa dalla maggioranza. Anche se il partito democratico, di cui si è fatta portavoce Donatella Ferranti, insorge e considera l'emendamento “solo mezza via”. Con le modifiche che il Governo apporta al disegno di legge, commenta ancora la Ferranti, “rimane il black out informativo fino alla chiusura delle indagini preliminari o dell’udienza preliminare. È una mezza via che non risolve i problemi cruciali”. “È, dunque, un compromesso” spiega ancora lei. Inoltre chiede l'esclusione del sottosegretario Giacomo Caliendo nei lavori parlamentari poiché coinvolto nell'inchiesta sulla nuova P3. Ma Sia i berlusconiani che i finiani hanno dichiarato che la richiesta del partito democratico è inopportuna e che, come dice la finiana Maria Grazia Siliquini, la replica del PD è “una strumentalizzazione per fare demagogia”.



di Laura Rotoloni
vivere.biz/laurarotoloni






logoEV