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Crisi: Berlusconi vuole governare ma è pronto alle elezioni, l'opposizione vuole un governo tecnico

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Silvio Berlusconi

Dopo lo strappo tra il Presidente del Consiglio ed il Presidente della Camera all'interno del PdL il Governo non ha più la maggiornaza alla Camera e si aprono nuovi scenari. Ma Futuro e Libertà, il nuovo soggetto politico che fa riferimento a Gianfranco Fini, sostiene che continuerà a sostenere il governo.

"Non ci sarà nessun ribaltone - sostiene Gianfranco Fini - in parlamento il nostro gruppo sarà decisivo, anzi determinante. E condizionerà l'azione di governo. Ma noi non siamo nè saremo mai dei traditori".

Il condizionamento all'azione del Governo annunciato da Fini non sembra preoccupare il premier Silvio Berlusconi: "Non ci saranno nè crisi nè elezioni. Il gruppo dei finiani resta nella maggioranza. Da adesso sarà un nostro alleato, come la Lega, i nostri rapporti saranno più facili. Non dubito della lealtà dei parlamentari che sono stati eletti con i voti del Popolo delle Libertà. Sono tutte persone per bene che hanno lasciato il gruoppo parlamentare per lealtà verso Gianfrnaco Fini ma non vogliono andare a casa".
Contemporanemente però il premier dice ai suoi: "Prepariamoci anche alla possibilità di un voto anticipato e dunque a una nuova campagna elettorale perché la gente scenderebbe in piazza in caso di un governo tecnico".

Della stessa idea anche il Leader della Lega Umberto Bossi: "Noi preferiamo andare ad elezioni piuttosto che avere un governo tecnico". Ma per il Senatur il richio di caduta del governo non sarà immediato ma si presenterà a settembre: "questi tirano avanti zitti zitti fino a settembre, lavoreranno di nascosto".

L'opposizione attacca. Pierluigi Bersani, segretario del PD chiede un governo di transizione: "Serve un governo di transizione. Le elezioni anticipate sarebbero un fallimento loro. Il problema è se al Paese servono le elezioni adesso, in una situazione di rissa di tutti contro tutti, in cui i mercati ci guardano, con una legge elettorale che fa nominare i parlamentari dei partiti".

A Bersani fa eco Pierfedinando Casini, leader dell'UDC, corteggiato da Berlusconi per rientrare in maggioranza: "Io sono una persona seria che rispetto gli impegni presi con i miei elettori che mi hanno collocato all’opposizione. Serve all’Italia un governo di responsabilità nazionale che affronti il capitolo delle grandi riforme perchè così si campicchia e noi non possiamo permettercelo".



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