Berlusconi: votazioni anticipate se i finiani non daranno fiducia a Caliendo

Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, tenta di rompere il neonato gruppo dei finiani “Futuro e libertà” minacciando il voto anticipato, dopo che ieri quest’ultimo ha suggellato l’accordo con l’opposizione centrista e annunciando l’astensione dal voto di sfiducia al sottosegretario alla giustizia Caliendo.
Berlusconi ha ribadito che i finiani al governo non devono astenersi ma uscire dall’aula. La nascita di questo nuovo gruppo ha messo in allarme il Cavaliere che cerca di convincere la Lega e gli ex di An che questo terzo nuovo polo centrista è una ipocrisia. “Fini – prosegue il Cavaliere – è un generale senza esercito”.
Se giovedì “Futuro e Libertà” si asterrà dalla sfiducia a Caliendo insieme a Casini, Rutelli e Lombardo e se Berlusconi conterà anche un voto in meno della maggioranza alla Camera salirà al quirinale, nonostante Napoletano sia a Stromboli, per rendere nota la situazione al Presidente della Repubblica.
Il 3 agosto il Pdl, tramite il ministro Angelino Alfano e lo stesso Caliendo, ha affermato che Berlusconi ed il PDL daranno fiducia al sottosegretario Caliendo. Il portavoce del Pdl, Cicchitto, accusa i Finiani di “resa al giustizialismo” e la magistratura di “aver avviato una manovra politica”. Se nel voto sulla sfiducia a Caliendo non si raggiungesse la maggiornaza dei 316 deputati, considerando quindi il voto di astensione come contrario, cadrebbe la maggioranza in Parlamento. Siamo di fronte a una forte crisi di governo che probabilemente sarà risolta solo al ritorno dalle ferie estive.
La Lega ha cambiato tattica - ha ammesso il ministro Maroni - opterà per le elezioni anticipate se il governo dovesse avere sfiduciato, mentre gli ex militanti di An rimasti nel PdL hanno dichiarato che, riferendosi ai finiani, c’è bisogno di coerenza verso la maggioranza e che se si asterranno dal voto sulla fiducia a Caliendo, Berlusconi sarà costretto a salire al Quirinale.
Il Premier ha ribadito lunedì sera, durante l’incontro con i senatori, che settembre è il mese in cui si sistemerà la crisi di governo, poiché è meglio non aspettare la primavera 2011. Più passa il tempo e più i finiani avranno l’opportunità di organizzarsi. Bisogna rassicurare la comunità internazionale della solidità del governo italiano, e nello stesso tempo tenersi pronti alle elezioni.

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