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Melfi: tre operai reintegrati. FIAT: avranno lo stipendio ma senza lavorare

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Fiat

Durante l'ultimo sciopero allo stabilimento FIAT di Melfi, secondo le accuse dell'azienda, tre operai hanno impedito ad altri operai che non scioperavano di lavorare. La FIAT ha licenziato i tre. Il tribunale del lavoro li ha reintegrati. Lunedì, al ritorno dalle ferie, i tre non sono stati fatti entrare nello stabilimento in attesa della sentenza di appello.

I tre operai erano stati invitati dall'azienda a rimanere a casa ma oggi, applauditi dai colleghi, sono rientrati in fabbrica. L'azienda però li ha condotti nel gabbiotto di sorveglianza e dopo meno di due ore sono nuovamente usciti su indicazione dei legali del loro sindacalo, la Fiom.
La Fiat ha fatto sapere che accetterebbe la loro presenza solo a patto che occupino una saletta e svolgano esclusivamente attività sindacale.

Gli avvocati presenteranno denuncia penale contro Fiat per la mancata esecuzione della sentenza di reintegro.
"La scelta della Fiat a Melfi è stata grave - ha detto Maurizio Landini, leader della FIOM. - Oggi si è assunta la responsabilità di commettere un reato. Lasciare i lavoratori nella saletta sindacale non è reintegro ma una maniera di reagire offensiva della dignità del lavoratore e del sindacato".

Uno dei tre operai si è appellato al presidente Napolitano: ''Lancio un appello al presidente Napolitano: non ci faccia vergognare di essere italiani".

Di tutt'altro parere la FIAT che ribadisce la legittimità dei provvedimenti adottati. In attesa del ricorso del prossimo 6 ottobre la società spiega che il reintegro ordinato dal tribunale è stato eseguito e che i fatti che hanno causato il licenziamento sono gravissimi: "Si è trattato di un volontario e prolungato illegittimo blocco della produzione, e non esercizio del diritto di sciopero".



di Michele Pinto
vivere.me/michelepinto






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