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La Santa Sede a Sarkosy: cacciare i rom dalla Francia è come attuare un nuovo olocausto

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Dopo l'appello del papa Benedetto XVI, dove sosteneva che è necessario “educare i bambini alla fratellanza universale”, anche il segretario del Pontificio Consiglio per i migranti è intervenuto contro le decisioni prese in questo periodo dal Presidente francese Sarkosy.
 

Le critiche di Monsignor Agostino Marchetto sono state molto più mirate di quelle di Ratzinger , in particolare ha affermato che non bisogna generalizzare e prendere di mira un intero gruppo di persone e cacciarle. “I rimpatri di comunità rom decisi dal governo francese - ha aggiunto il portavoce della Santa Sede - potrebbero essere definiti come un nuovo olocausto e la chiesa non può rimanere insensibile a persecuzione di persone povere, ma soprattutto davanti alla sofferenza e bisogna far si che i diritti e la dignità umana vengano rispettate”.

Nicolas Sarkosy sta perdendo consensi a causa di queste nuove misure che vorrebbe adottare contro i rom presenti nello stato francese. Ma le critiche, che accusano il presidente di aver violato la Costituzione, sono sorte non solo da parte del governo. Anche la chiesa cattolica ha voluto partecipare facendo valere la sua voce contro le politiche che si vorrebbero attuare in Francia: espulsione di massa della popolazione rom, chiusura dei campi abusivi e revoca della cittadinanza francese a chi compirà reati.

L'estrema destra pare essere entusiasta dei provvedimenti anti-rom che il presidente francese vuole attuare a breve, ma sia il centro che l'oppsizione socialista sono rimasti perplessi e non ha lasciato indifferenti i paesi quali Romania e Bulgaria.




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