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Pollica: assassinato il sindaco, l'ombra lunga della mafia

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Angelo Vassallo

Un altro agguato da attribuire alla criminalità organizzata della Camorra: questa volta è un sindaco a farne le spese; Angelo Vassallo, sindaco di Pollica nel Cilento, è stato freddato da ben nove colpi di pistola mentre tornava a casa.

Aveva 57 anni e da bravo ex-pescatore aveva molta premura per l’ambiente tanto che era riuscito ad ottenere la bandiera blu per le sue acque. Si era presentanto di nuovo alle elezioni con una nuova lista: “Cilento pulito”.

A trovare il corpo del sindaco il fratello, Claudio Vassallo, avvertito dalla moglie di Angelo che non lo vedeva ritornare a casa intorno alle 2 di mattina.

Il sostituto procuratore di Vallo della Lucania, Alfredo Greco, ha commentato che lo stile dell’omicidio è di stampo camorristico, ma sarranno le indagini a far trapelare i mandanti.

Il fratello del Sindaco ha fatto presente che Angelo prima di morire gli aveva parlato di forze dell’ordine corrotte che aveva denunciato scrivendo al comando provinciale e a quello generale di Roma. "Lettere che a tutt’oggi non hanno avuto risposta – ha spiegato il fratello della vittima - e denuncio il fatto che lo stato lo ha lasciato solo e abbandonato".

Claudio Vassallo ha indicato due possibili piste da seguire: interessi sul porto, ma anche a problemi legati al traffico di droga che questa estate aveva messo il sindaco in allerta. Per questo il sindaco aveva cercato gli aiuti delle forze dell’ordine che non sono mai arrivati.

Le piste da seguire sono varie – ha spiegato ancora Alfredo Greco, sostituto procuratore – e non si sa ancora se chi ha agito è una o più persone”. Ciò che è evidente è che qualcuno abbia voluto mettere a tacere un sindaco probabilmente scomodo, un sindaco che si batteva ogni giorno contro l’illegalità nella terra che amava e che non aveva mai abbandonato.



di Laura Rotoloni
vivere.biz/laurarotoloni






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