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Venezia 2010 'Fuori dal Coro', ultimo giorno di Mostra

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cinema

Quart’ultimo giorno di Mostra, i film visionati arrivano a quota 36! Il Lido si sveglia sotto una seconda burrasca, ma la tempesta non ferma gli appassionati qui convenuti. Anche la pioggia può essere occasione di singolari conoscenze fra compagni di coda e ulteriore possibilità di osservare il "teatrino" veneziano.

Intanto continua incessante il rito sempre nuovo delle visioni giornaliere. Apre la cinquina della giornata: CIRKUS COLUMBIA di Danis Tanovic ("Giornate degli Autori”). Il premio Oscar per “No Man’s Land", porta in Mostra un’opera simpatica che mescola sapientemente dramma e note leggere. Un po’ racconto di formazione dagli echi autobiografici (anche l’autore è scappato all’estero all’ inizio della guerra), un po’ riflessione sulle radici e sulle contraddizioni politiche e culturali dei territori della ex Jugoslavia, il film si apprezza per il tono leggero e giocoso della sceneggiatura. Simpatica la galleria dei personaggi. Nel complesso un’opera apprezzabile, di fatto ben accolta dalla platea. Ancora guerra (questa volta, quella civile spagnola) on la pellicola in concorso: BALADA TRISTE DE TROMPETA di Alex de la Iglesia ("El dia de la bestia”, “La comunidad” e El crimen perfecto”). Gli ingredienti del film sono; una buona dose di humor nero, anzi nerissimo, un certo gusto per il montaggio parossistico e le atmosfere impressioniste. Il soggetto dark si arricchisce di notevoli inserti dal Cinema horror degli anni ’30 (molto omaggiato nei preziosi titoli di testa), significativamente usato per descrivere l’orrore della violenza e la disumanità della guerra. Si prosegue con: PER QUESTI STRETTI MORIRE (CARTOGRAFIA DI UNA PASSIONE) di Giuseppe Gaudino e Isabella Sandri, in "Orizzonti”.

Il docu-fiction, racconta ed evoca la storia, la passione, le scelte e le opere di Alberto Maria De Agostini, prete salesiano missionario in Patagonia, ma anche esploratore, cineasta, fotografo e cartografo agli inizi del secolo. I due cineasti ricostruiscono in maniera originale ed arbitraria le avventure e le riflessioni del sacerdote durante i cinquant’anni della sua permanenza nella Terra del Fuoco, testimone pietoso dello sterminio degli ultimi indios locali e delle violenze che i colonizzatori inflissero alla natura del luogo sacrificandola sull’altare del profitto economico. Immagini originali d’epoca si mescolano con quelle girate ad hoc dagli autori in un percorso emotivamente coinvolgente ed in un crescendo del ritmo interno del montaggio. Sempre nella sezione Orizzonti, NAINSUKH di Amit Dutta. Illustrazione della vita artistica del massimo miniaturista indiano del XVIII secolo, evocata attraverso la ricostruzione semirealistica delle immagini che ci ha lasciato dipinte. Ritmo del montaggio (molto di quadro) e dilatazione dei tempi, non aiutano lo spettatore occidentale, tuttavia non si può non sottolineare positivamente come il regista utilizzi le varie tracce sonore per dare tridimensionalità alle inquadrature volutamente “piatte”. Convince poco, infine, ALL INCLUSIVE di David Zamagni e Nadia Ranocchi, curiosamente decolorato sino ad un immotivato bianco/nero e proiettato in 3D. Forse il soggetto, anche condotto con lo stesso stile grottesco, si sarebbe giovato di un minutaggio più ridotto, invece, paga fino all’ultimo i 75 minuti di proiezione.

Per maggiori informazioni ed approfondimenti: http://www.sentieridicinema. it/venezia/index.asp?id=21



da Sentieri di Cinema
www.sentieridicinema.it





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