articolo
Sassoferrato: uccisa dal genero e dalla figlia, arrestati i due assassini

E’ una tragedia tutta familiare quella che si è consumata a Sassoferrato (Ancona) dove Giuseppina Limocelli, 66 anni, è stata uccisa dal genero e dalla figlia.
Giovedì, intorno alle 9, per problemi strettamente personali, si era accesa una lite tra l’uomo e la suocera, che è stata anche picchiata. La giornata è proseguita con i continui maltrattamenti da parte dell’uomo, ai quali si sono aggiunti anche quelli della figlia. Nel pomeriggio, intorno alle 14, dopo l’ennesimo atto di violenza, la donna è rotolata giù per la rampa di scale dell’abitazione perdendo molto sangue. L'allarme ai carabinieri della Compagnia di Fabriano diretta dal capitano Benedetto Iurlaro arriva solo intorno alle 21 quando alcuni vicini denunciano alcune “anomalie” all’interno dell’abitazione. I militari del Nucleo Operativo capeggiati dal Luogotenente Ferdinando Di Cesare e quelli della locale stazione, guidati dal Maresciallo Giuseppe Giudice, giunti sul posto, hanno trovato il cadavere della Limocelli.
I medici del 118 hanno però confermato che il decesso risaliva a d alcune ora prima. Il sangue sparso praticamente ovunque lasciavano intravedere senza ombra di dubbio che la morte non era stata provocato accidentalmente per una caduta dalle scale. Le indagini si sono subito concentrate nell’ambito familiare, soprattutto perché la figlia ed il marito di quest'ultima hanno dichiarato sulle prime di aver assistito alla caduta per le scale della donna. Una versione che non ha convinto gli investigatori, anche perchè i due non hanno chiesto i soccorsi. Ore di interrogatori hanno fatto cadere in contraddizione la figlia della vittima, che non ha ammesso alcun tipo di responsabilità, mentre il marito, non solo ha confermato le continue percosse inferte alla donna, ma ha anche ammesso che la suocera non sarebbe caduta da sola confermando di non aver chiamato i soccorsi nella speranza che si riprendesse.
Moglie e marito, A. P. di 38 anni lei, e E.L. Di 45 anni lui, sono stati quindi arrestati in flagranza di reato per omicidio preterintenzionale aggravato in concorso e trasferiti rispettivamente nel carcere di Pesaro e di Ancona, a disposizione del pm Andrea Laurino. L’abitazione è stata posta sotto sequestrato ed ogni centimetro è passato al setaccio del maresciallo Giorgio Zeljkovic e del brigadiere Marco Fumanti, rispettivamente addetti alla squadra rilievi del Comando Provinciale di Ancona e della squadra rilievi del Comando Compagnia di Fabriano.

SHORT LINK:
https://vivere.me/d4Q