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Padova e Londra: studenti e ricercatori, le università non più garanti di democrazia e lavoro

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Mentre una massa di 50mila studenti hanno partecipato martedì ad una manifestazione di protesta a Londra condotta contro l'aumento delle rette universitarie deciso dal governo conservatore di cui è il primo ministro David Cameron, in Italia giovedì sono scesi in piazza a Padova, dove era atteso Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in visita ai comuni alluvionati, una trentina di ricercatori e dottorandi che non riescono a vedere un futuro se non attraverso un continuo precariato.

Le rette universitarie inglesi passano da un massimo di 3mila a circa 6mila sterline con eccezioni che arrivano addirittura a 9mila sterline: una cosa inaccettabile per gli studenti inglesi e inaccettabile è anche la situazione per quei ragazzi italiani, più o meno giovani, che manifestano contro l'appropriazione del loro futuro e di un'Italia che, nonostante sia una Repubblica fondata sul lavoro come recita l'articolo della costituzione, lavoro più non dà.

Entrambe le manifestazioni sono state pacifiche. In Italia si è mantenuta tale con sfoggio di cartelloni che reclamavano che “la ricerca è il futuro” e il loro futuro è stato “bloccato”, a Londra gli scontri sono diventati scontri con le forze dell'ordine e atti vandalici contro gli edifici della sede centrale del partito dei Tories con un bilancio di diversi contusi e più di una trentina di arresti.



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