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25 novembre si celebra la Giornata internazionale contro la violenza alle donne

Il 25 novembre è stata la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, data scelta dal consiglio delle Nazioni Unite nel 1999 per ricordare i soprusi e le violenze fatte alle donne e un nastro bianco per combattere la paura.
Un nastro bianco anche per le vittime poiché si ricordi che esistono persone che sono capaci di invaderla e violarla fino a distruggere la donna stessa. Giovedì hanno sfilato in molte regioni di Italia dalla Lombardia alla Sicilia con manifestazioni contro la violenza sulle donne: cartelli e spot; anti-stalking, contro le percosse, le violenze e le mutilazioni genitali e non solo.
Chi manifesta e chi ha organizzato in tutta Italia ha contribuito con un fondo per dare sostegno alle donne che subiscono violenza e avviando anche come è successo a Milano e Lecco sportelli anti-stalking da avviare capillarmente in tutti il territorio nazionale. Aiuti pratici e sostegni concreti arrivano da quasi tutte le Regioni che si sono sensibilizzate verso questa campagna a favore dei diritti delle donne italiane e straniere.
Un esempio nazionale e significativo è stato anche quello che ha preceduto la giornata internazionale in onore di quella mamma di Portici nel Napoletano, Teresa Bonacore, che ha preferito morire piuttosto di tacere sulla violenza subita da sua figlia, che ora ha perso anche una madre. Un Grido che da portici dice: “Basta morire da donne”. Bisogna rivendicare da donne il diritto alla vita.
Un esempio internazionale viene da Parigi dove le donne sono scese, grazie ad una campagna promossa dal gruppo Ni Putes Ni soumises (Né puttane Né sottomesse), “Tutte in gonna” per combattere la violenza sulla donna.
Secondo dati Istat, tra il 2008 e il 2009, le donne che hanno subito violenza sono quasi 11 milioni su un campione di 24 mila donne comprese tra 14 e 65 anni. Dati scottanti che devono portare a riflettere che sia giusto insistere su questa causa. Una causa che risulta ancora più dolente e da affermare quando si viene a sapere che il 20% di queste violenze che le donne subiscono sono dovute ad un famigliare o comunque persone vicine all'ambito familiare.

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