comunicato stampa
Lampedusa: profughi minorenni, rispettare i loro diritti umani e familiari

Settanta minori, fra i quali due ragazze, sono stati trasferiti, a bordo della nave di linea Palladio, a Porto Empedocle. Cinquanta erano ospiti presso l'ex base militare Loran, 20 presso il centro parrocchiale La Fraternità. Rimangono a Lampedusa 291 minori.
Le autorità hanno dichiarato che si tratta di ragazzi non accompagnati, dai 12 ai 17 anni, la metà dei quali non identificati.
Visto che i minori realmente non accompagnati sarannno affidati a comunità di accoglienza e in molti casi dati in affidamento o adozione a famiglie italiane, il Gruppo EveryOne lancia un'appello all'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, all'Unicef e al Commissario per i Diritti Umani del Consiglio dell'Unione europea: "In passato abbiamo assistito troppo spesso all'affidamento di minori definiti 'non accompagnati' a case accoglienza - scrive l'organizzazione nella lettera-appello - da cui gli stessi ragazzini finiscono in affidamento o adozione presso famiglie italiane. Spesso abbiamo avuto notizia della deportazione in patria di genitori, zii o fratelli maggiori degli stessi bambini, che avrebbero avuto il diritto di restare insieme ai loro congiunti. Ora ci pare strano che il 100% dei minori siano effettivamente non accompagnati e riteniamo una violazione dei diritti del fanciullo lo strapparli a forza a eventuali familiari che sono sbarcati con loro in Italia o comunque negare loro la possibilità di ricongiungersi alle famiglie legittime. Ecco perché chiediamo all'Alto Commissario Onu per i Rifugiati e agli altri organismi cui è destinato l'appello di verificare attentamente la situazione familiare dei minori, per evitare gravi e irreparabili violazioni".

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