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Buco dell'ozono, crescita da record

Il buco dell’ozono continua a creare allarme. Le ultime rilevazioni, effettuate a marzo dal satellite Envisat dell’Esa hanno misurato, infatti, livelli minimi record di ozono sul settore euro-atlantico dell’emisfero settentrionale.
Questa volta rispetto al passato, l'assottigliamento dello strato di ozono non è dovuto alle attività antropiche, ma da venti insolitamente forti, scientificamente noti come "vertici polari" che hanno isolato la massa atmosferica sul Polo Nord, impedendole di mischiarsi con l'aria alle medie latitudini e dando origine a temperature particolarmente rigide.
Gli atomi di cloro e bromo rilasciati dalla reazione del sole con la masa d'aria fredda distruggono l'ozono, così come i clorofluorocarburi.
L’ozono è un gas che costituisce nell’atmosfera uno spesso strato in grado di impedire l’ingresso della maggior parte delle radiazioni ultraviolette provenienti dal sole. Alcune sostanze chimiche quali i clorofluorocarburi, bandite con l’approvazione del Protocollo di Montreal del 1987, sono in grado di reagire con l’ozono assottigliandone fortemente la consistenza ed esponendo, di conseguenza, gli esseri viventi a una maggiore incidenza di tumori nella pelle e problemi al sistema immunitario.

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