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Disastro Thyssen: un applauso accoglie le condanne in tribunale

Era la notte del 6 dicembre 2007 quando un incendio divampato all'interno dell'acciaieria Thyssen - a Torino - ha ucciso 7 operai, uno in pochi minuti ed altri 6 nei giorni successivi. Venerdì sera, dopo 94 udienze in aula, è arrivata la sentenza, epocale secondo alcuni esperti, che condanna l'amministratore delegato Harald Espenhahn a 16 anni e 6 mesi. Un lungo applauso si è levato in aula al momento del verdetto.
Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò, Bruno Santino, Antonio Schiavone e Roberto Scola: questi i nomi degli operai che in quella terribile notte, pochi giorni prima di Natale, rimasero mortalmente feriti.
Venerdì 15 aprile 2011, a quasi 4 anni di distanza, arriva il verdetto che riconosce come colpevoli l'amministratore delegato ed altri dirigenti della Thyssen Krupp. La sentenza sembra una di quelle destinate a fare storia: infatti è la prima volta in Italia che l'amministratore delegato di un'azienda, in seguito ad una tragedia, viene condannato per omicidio volontario con dolo eventuale.
16 anni e 6 mesi di reclusione sono stati, quindi, comminati a Harald Espenhahn - AD del gruppo -, mentre Cosimo Cafueri, Gerald Prigneitz, Marco Pucci e Raffaele Salerno - dirigenti del gruppo - sono stati condannati a 13 anni e 6 mesi di reclusione per omicidio colposo aggravato, pena di 9 anni invece per il quinto dirigente - Daniele Moroni - anch'egli accusato dello stesso reato dei suoi colleghi.
Soddisfazione per la sentenza è stata espressa dal PM a capo del team che ha indagato sulla vicenda, Raffaele Guarniello. Stessa reazione anche da parte di molti familiari delle vittime e dal pubblico presente in aula che ha accolto la lettura delle sentenze con un applauso.

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