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Gli immigrati pagano 7.5 milioni di contributi per le pensioni

Secondo le stime del Dossier sull'immigrazione Caritas/Migrantes, se il nostro sistema pensionistico regge è anche grazie ai circa 7,5 miliardi di euro all'anno di contributi pagati dagli immigrati che lavorano in Italia.
La popolazione immigrata occupata è più giovane degli italiani: 32 anni la media, ovvero 12 anni meno dei lavoratori occupati nel nostro Paese. E incide positivamente sull'equilibrio demografico con le nuove nascite, pari a circa un sesto del totale.
I lavoratori stranieri (poco più di 2 milioni secondo l'Istat ma 200 mila in più secondo il Dossier che include anche i non residenti) costituiscono un decimo della forza lavoro in Italia e sono determinanti in diversi comparti produttivi, versando annualmente oltre 7 miliardi di contributi previdenziali.
Attualmente stanno pagando duramente gli effetti della crisi e sono arrivati a incidere per un quinto sui disoccupati. Il difficile momento non ha bloccato il loro dinamismo imprenditoriale, visto che le imprese gestite da immigrati sono aumentate nel 2010 di 20 mila unità, arrivando a quota 228.540.
La precarietà lavorativa si riflette pesantemente sul piano abitativo: un immigrato su tre (34%) si trova in condizione di disagio per la casa, contro il 14% degli italiani. Sono aumentati gli sfratti per morosità e i pignoramenti degli immobili per chi non ha pagato le rate del mutuo, si è dimezzata in tre anni la quota di compravendite effettuate da stranieri.
Aumentano anche i matrimoni misti: se tra il 1996 e il 2009 sono stati 257.762, solo nell’ultimo anno sono stati ben 21.357, uno ogni 10 celebrati.

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