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Alcol, Censis: In Italia aumenta il consumo fuori pasto di superalcolici tra i giovani

In Italia, negli ultimi 20 anni, il consumo di alcolici è calato ma gli eccessi tra i giovani non diminuiscono. A fronte di una percentuale costante di consumatori (75%), si evidenzia però un indebolimento dei meccanismi di auto-controllo tra la popolazione pià giovane.
A rendere noti i dati è il Censis che ha effettuato sei indagini Osservatorio/Doxa realizzate dal 1991 al 2010. Tra gli italiani, emerge dai dati diffusi venerdì a Roma in un convegno, birra e superalcolici sono preferiti al nettare degli dei: le indagini del Censis infatti evidenziano una drastica riduzione dei consumi di vino contro un lieve aumento del consumo di birra e dei superalcolici.
Osservando la popolazione generale, poi, in Italia è cresciuta la moda del fuori pasto e aumentata la percentuale di donne bevitrici regolari. Si registra dunque un significativo incremento dei fenomeni di abuso come il 'binge drinking', ovvero il consumo di alcolici fuori dagli orari del pasto.
In particolare, sottolinea il Censis, il fenomeno di abuso di alcolici è aumentato, comparando il campione dei consumatori di età 15-24 anni del 1991 con quello del 2000 dei giovani adulti tra i 25 e i 34 anni, e quello dei giovani adulti che nel 2010 rientravano nella fascia d'età 35-44 anni, si evince un aumento dei consumi alcolici solamente tra quelli compresi nella fascia di 25 -34 anni.
Se si prende in esame i consumi nel tempo, dal 1991 al 2011, le elaborazioni del Censis mostrano un consumo stabile di birra tra i 15 e i 24 anni. Un calo nel consumo del vino ma un aumento dei consumatori di aperitivi (+10%) e superalcolici (+20%). Tre quarti degli intervistati infatti dichiara di consumare almeno una bevanda alcolica: 59% birra, seguita dal vino con una percentuale che oscilla tra il 50% e il 40%, dagli aperitivi con il 30-40%, e infine dai superalcolici con il 20-30%.

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