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Il ritorno di Santoro: il 'Servizio pubblico' apre contro le caste

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michele Santoro

"Noi qua facciamo la nostra rivoluzione civile, democratica, pacifica. Io non sono né un guru, né un profeta, né un martire, come dicono i giornali. Non sono niente di tutto questo, voglio solo fare il mio lavoro senza dei padroni". Così l'esordio di Michele Santoro, in apertura di "Servizio pubblico" al via su una multipiattaforma di tv, radio e siti web, tra cui Repubblica.it.

Lo studio sembra un cantiere e la nuova avventura di Santoro in qualche modo lo è. Lo studio, in uno dei grandi padiglioni di Cinecittà, richiama la piazza di "Raiperunanotte" e soprattutto "Tuttinpiedi": niente tavolo con schermo stile Annozero, ma due grandi maxischermi sulle gradinate in metallo.


Quanto alle polemiche che hanno accompagnato la chiusura di Annozero, «avere un sistema libero non è nè di destra nè di sinistra. Di fronte alla cancellazione di un programma come il nostro la reazione è stata fiacchissima. Anche da parte dell'opposizione”.

Tra gli altri contenuti proposti, un'intervista a Valter Lavitola in cui il faccendiere parla di Berlusconi.

Servizio pubblico ha riscosso un grande successo su Facebook dove, a un'ora e mezzo dall'inizio della trasmissione, piace a più di 135mila persone. I commenti sulla pagina ufficiale sono quasi tremila mentre sono 26mila gli iscritti al social network che parlano della trasmissione.



di Giulia Angeletti
redazione@viveresenigallia.it





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