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Parkinson: nuova cura con le staminali

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Una nuova tecnica permette di trasformare le cellule staminali embrionali umane in neuroni che sostituiscono quelli danneggiati dal morbo di Parkinson.

Come si apprende dalla rivista Nature uno studio statunitense, co-finanziato dal consorzio europeo di ricerca NeuroStemCell e coordinato da Elena Cattaneo (direttore del Centro di Ricerca sulle Cellule Staminali dell’Università di Milano) dimostra che una nuova tecnica - basata sull'uso di cellule staminali umane – riesca a produrre neuroni dopaminergici, ovvero cellule-produttrici di dopamina, sostanza che si annulla nei malati di Parkinson.

Secondo quanto riporta la rivista Nature, sono state esposte per 25 giorni cellule embrionali umane sotto l'azione di segnali proteici, ottenendo la formazione di neuroni dopaminergici, la cui resistenza vitale è durata per diversi mesi. La funzionalità di tali neuroni è stata testata su tre specie diverse di animali (ratti, topi e scimmie) riportando risultati inaspettati: le cellule nervose, affette da Parkinson, sono state ristabilite senza riportare l'insorgere di tumori.

Questo risultato ha portato i ricercatori a fare un passo in avanti nel mondo della medicina e del Parkinson – fin'ora curato con medicinali a rilascio dopaminico – in quanto si è riusciti ad ottenere neuroni funzionanti partendo da cellule staminali umane.

Nonostante la cura con le staminali dovrà ancora aspettare 3-4 anni, medici e ricercatori sono fiduciosi, la stessa Elena Cattaneo sostiene che tali risultati sono una sfida lanciata all'Europa, sia per i limiti imposti alla ricerca sulle cellule staminali umane, sia per il divieto di brevettabilità delle invenzioni derivate dalle staminali stesse.



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