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Pensioni, Fornero: 'Metodo contributivo per tutti, età minima 63 anni'

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Elsa Fornero

Per una riforma delle pensioni occorre applicare, a partire dal 2012, il metodo contributivo pro-rata per tutti i lavoratori, rendendo subito effettive un'età minima di pensionamento e una fascia di flessibilità che incoraggi il lavoratore a ritardare l'uscita dal mondo del lavoro.

A dichiararlo il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Elsa Fornero che ha evidenziato l'esigenza di accelerare i tempi della realizzazione delle misure previste dalla riforma delle pensioni. E' probabile quindi un intervento per anticipare l'aumento dell'età di vecchiaia delle donne nel settore privato (al momento è previsto a partire dal 2014 per andare a regime nel 2026), altro elemento con caratteristiche di equità perché uniformerebbe le età di vecchiaia con gli uomini e con le donne del settore pubblico. Ma è sull'anzianità che si stanno concentrando i calcoli dei tecnici: Fornero ha più volte, da esperta di previdenza, manifestato la sua preferenza per una fascia flessibile di uscita dal lavoro uguale per tutti tra i 63 e i 70 anni con penalizzazioni per chi esce prima e vantaggi per chi va in pensione più tardi. Ma questa "fascia" non convince completamente la Ragioneria generale dello Stato che preferirebbe risparmi certi e quantificabili. Lasciando la libertà alle persone di uscire infatti sarebbe più complicato quantificare i risparmi.

Il metodo contributivo dovrebbe, secondo alcuni calcoli matematici e non in base a criteri politici, tenere conto dei maggiori contributi versati e della maggiore età. Inoltre, secondo la Fornero, dovrebbero scomparire le finestre ma chiarisce il ministro il modello delle pensioni proposto da questo Governo non consente una stima accurata dei risparmi, nonostante però i risparmi di spesa sarebbero tutt'altro che irrisori. Ipotizzato un risparmio che possa arrivare a qualche decina (3-4) di miliardi di euro nei primi 5-6 anni di effettiva applicazione del provvedimento. E, in un periodo di crisi in cui le famiglie sono costrette a duri sacrifici, non si può, conclude Elsa Fornero, prescindere dall'abolizione delle ingiustificate posizioni di privilegio che perdurano per molte categorie difficilmente annoverabili tra i bisognosi, come i liberi professionisti con le loro casse e i politici con i loro vitalizi.



di Sudani Scarpini
redazione@viveremarche.it






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