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Svizzera: è morto Lucio Magri ricorrendo al suicidio assistito

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E' morto lunedì scorso in Svizzera all'età di 79 anni Lucio Magri, che fu tra gli animatori del gruppo di dirigenti comunisti dissidenti che nel 1969 diede vita al 'Il Manifesto'. Magri ha scelto di morire con un suicidio assistito in Svizzera, decisione che ha fatto scaturire numerosi commenti nel mondo politico. 

Le persone più vicine a lui parlano di una vita che gli era diventata "intollerabile", soprattutto dopo la morte della moglie Mara, evento che aveva gettato Magri in profonda depressione. Gli anni della battaglie ideologiche, dell'eresia a sinistra, oggi sembrano lontani, ma resteranno nella storia politica del nostro Paese.

Al suicidio assistito si arriva dopo un lungo iter, e se la domanda di Lucio Magri e' stata accolta le sue condizioni sono state ritenute tali da giustificare questo passo. Lo afferma Emilio Coveri, presidente di Exit Italia, l'associazione 'per il diritto ad una morte dignitosa'.

Secondo le cifre raccolte dall'associazione i due terzi delle richieste di suicidio assistito vengono respinti. Dall'Italia nel 2010 sono stati 19 i pazienti la cui morte e' stata assistita nella clinica cui si è rivolto Magri, l'unica che accoglie anche pazienti stranieri, e di questi due avevano la depressione.

In Italia il suicidio assistito non e' ammesso, mentre in Europa e' possibile in Belgio e Olanda, oltre che in Svizzera. Ogni anno circa 200 persone ricorrono alla morte assistita in Svizzera, dove il suicidio assistito e' consentito dal 1941.

La scelta eutanasica di Magri ha scatenato inevitabili polemiche tra chi chiede di rispettare comunque la sua volonta' e chi attacca la strada della "dolce morte".



di Giulia Angeletti
redazione@viveresenigallia.it





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